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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   sione del tempo. C'erano anche una specola astronomica ed un osservatorio sismico.
   Mi dissero i Padri dirigenti dell'ufficio che per fortuna raramente si hanno tifoni tali da spianare al suolo interi villaggi. A Manilla se ne ricordava uno che aveva abbattuto come fuscelli alcuni alberi secolari sulla spianata del porto, e gli strumenti, dopo aver registrato un vento della velocità di 200 chilometri all'ora si erano rotti.
   Questi tifoni si formano più frequentemente in agosto e settembre a levante delle Isole Filippine, all'altezza di Guam. 11 centro della meteora si sposta poi lentamente verso ponente, passando generalmente nel Canale di Balintang, tra le Filippine e Formosa. Alcuni arrivano sulla costa della Cina, dove si perdono. Altri piegano al Nord, e quindi ad Est, passando sulle isole dell'Arcipelago Giapponese.
   Durante il mio soggiorno a Manilla furono segnalati ben sette tifoni, uno dei quali, continuando il suo cammino sulla costa nippònica, distrusse un villaggio di pescatori, causando varie vittime. Dato che la mia rotta correva verso il Nord, mi trovavo nella possibilità di scansare i tifoni in formazione sul Pacifico, disponendo di una velocità maggiore. Se però una qualunque avaria mi avesse obbligato a planare ed arrestarmi nei pressi del Canale di Balintang, era finita, poiché non avrei potuto evitare il tifone sopraggiungente.
   Intanto mi misi in corrispondenza con le autorità italiane a Tokio, per sapere se il Governo Giapponese avesse deciso quale rotta io dovevo seguire attraverso Formosa e per l'arrivo in Giappone, secondo le richieste fatte per via diplomatica da circa tre mesi.
   Già in Australia avevo avuto avviso dal Governo Giapponese per via diplomatica che la rotta attraverso Formosa era assolutamente sconsigliabile, e la rotta da Formosa a Kagoshimà attraverso le Isole Riu-Kiu era proibita per ragioni militari. Non mi attendevo questa proibizione che mi allungava il percorso, perchè secondo gli accordi del trattato di Washington i Giapponesi avevano preso impegno di non fortificare quelle isole, e non vedevo per