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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   tiri volo di 55.000 chilometri
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   mare i seggi delle valvole, rendendo deficiente la compressione. A ciò si aggiunga che, per il tempo perduto a Sydney, mi trovavo ora nel pieno della stagione dei tifoni, e, dopo l'esperienza fatta, non mi conveniva proseguire senza che il motore non fosse prima in perfetto ordine.
   Mentre Campanelli restava a Corregidor per eseguire i lavori all'apparecchio, io mi installavo a Manilla, recandomi di tanto in tanto all'isola in volo su uno degli idrovolanti americani.
   A Manilla, come del resto in tutte le altre città delle Filippine, avemmo accoglienze assai calorose e cordiali. Era la prima volta che dall'estero giungeva a volo un apparecchio nelle Filippine.
   Gli Americani, con simpatico cameratismo sportivo, furono verso di me larghi di aiuti e di cortesie, e i Filippini cercarono anche essi di dimostrarmi in tutti i modi la loro simpatia. L? mia situazione era un po' delicata, date le questioni politiche pendenti in quel momento fra Americani e Filippini, tanto più che i giornalisti, intervistandomi, cercavano di farmi scivolare sullo sdrucciolevole terreno politico, dove tuttavia io mi guardavo bene di cadere. Per sottrarmi poi alle esigenti richieste dei a reporters », dovetti tagliare i fili del telefono nella mia camera in albèrgo. Non sapendo allora essi che altro dire di,me, si sfogarono a parlare del taglio dei miei abiti, del colore dei miei capelli, e di altre cose che non so quanto interessassero al pubblico.
   A Manilla era stato creato un comitato per i festeggiamenti in occasione del nostro arrivo, comitato presieduto dallo stesso alcade Don Miguel Romualdez. Ad attendere il mio arrivo, molta gente aveva stazionato sulla banchina del porto per intere giornate, e si erano organizzati dei piccoli accampamenti con servizio di cucina volante.' Una squadriglia di aeroplani, il giorno che io ero partito da Cebù, aveva preso il volo per salutarmi. Malauguratamente uno degli apparecchi, per un'avaria al motore, aveva planato in acqua e si era perduto. Gli aviatori se la cavarono con un bagno. Li conobbi poi e per consolarli dissi loro che nello stesso giorno anche io, e per un'altra ragione, avevo fatto un bel tuffo nell'acqua con tutti i miei abiti di volo.