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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Francesco De Pinedo
   Cominciai presto a provare ^pdelizie dei tifoni, perchè poco dopo il mio arrivo fui avvertito che sull'albero della capitaneria di porto era stato issato il secondo segnale.
   Il secondo segnale significa che nel Pacifico si è formato un tifone e che sta per passare a Nord delle Filippine.
   Durante la notte si levò vento e mare, ed io dormii con un occhio solo, sbirciando di tanto in tanto l'apparecchio sul quale avevo messo un fanale.
   Il giorno seguente, 20 agosto, il tempo continuò cattivo. Ebbi notizia che il tifone passava quel giorno a Nord di Manilla. Portai le vàlige a bordo ed attesi ulteriori comunicazioni relative al tempo. Queste vennero molto più tardi ed erano poco rassicuranti. Anche a Zamboanga le condizioni atmosferiche erano molto peggiorate, e così fui obbligato a rinviare la partenza all'indomani. Profittai della sosta per visitare la città, che è molto carina, ricca di giardini e di piante tropicali. Ricordo un bellissimo viale tutto di palme ed una riviera tutta piena di piante palustri.
   Andai a visitare anche una scuola normale, di cui ammirai il mirabile ordine e sviluppo. Gl'insegnanti di essa mi dissero che nelle Filippine curavano molto l'istruzione elementare e che avevano ottenuto una media di frequenza alla scuola equivalente a quella dei paesi più progrediti del mondo.
   Nel pomeriggio arrivarono improvvisamente raffiche molto violente da Sud-Ovest, accompagnate da acquazzoni: era un vero fortunale. Meno male che ero riuscito a partire da Menado il giorno prima!
   L'apparecchio ballava molto, ma resisteva bene. Fortunatamente la sera il vento cadde quasi completamente.
   Le notizie da Manilla erano sempre cattive.
   Il 21 agosto mi imbarcai di buon'ora, ma a causa del mare il decollaggio noi» riuscì, e dovetti quindi farmi rimorchiare, a ridosso dell'Isolotto di Santa Cruz, che trovasi quattro chilometri a Sud di Zamboanga, da un motoscafo in cui era venuto a porgermi aiuto il Maggiore Fletcher. Vi era una forte corrente di circa 7 chilometri. Il mare si faceva sempre più grosso, e ciò provocò, ripetutamente, durante il tragitto, la rottura del cavo di rimorchio,