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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   XII I TIFONI
   Ero molto contento di essere finalmente giunto alle Filippine, perchè di qui innanzi, per quanto avessi ancora tappe difficili da compiere, mi sarei trovato in paesi più civili, dove avrei potuto eventualmente avere appoggi.
   Viceversa, le Filippine dovevano segnare per me l'inizio di tribolazioni senza fine, causa la pessima stagione in cui ero capitato.
   A Zamboanga fummo ospitati nella casa già abitata per cinque anni dal Generale Pershing, quando era governatore dell'isola.
   Questa casa era sul mare, molto strana, tutta-in legno, senza pareti. Gli ambienti erano divisi da tende e le pareti esterne erano costituite da paraventi scorrevoli. Questi erano formati di un telaio minutamente graticolato con iscaglie di conchiglia a uso di vetri, che lasciavano filtrare una luce diafana e bianca.
   Il mio letto era su una veranda, all'aria libera, e da esso potevo sorvegliare il mio apparecchio sull'acqua. Ciò mi faceva comodo, perchè a Zamboanga non vi era porto o riparo dal mare, e bisognava tenersi pronti ad accorrere se le condizioni del tempo si fossero fatte cattive.
   Quella sera intervenimmo ad un ballo, offerto dal Governatore: un giovane ed imberbe filippino. Conobbi molte signore del luogo, vestite secondo la moda speciale delle isole, che ricorda i • costumi medievali spagnoli.