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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Francesco De Pinedo
   popolazione si era riversata sulla riva del mare e su tutte le colline e i promontori vicini, da cui era più agevole la vista. Migliaia e migliaia di imbarcazioni solcavano Porto Jackson per recarsi incontro alla flotta americana. Io mi alzai in volo alle 9.45, e subito fuori del porto scorsi la magnifica divisione di sette « superdread-nougts », che lentamente e maestosamente, alla velocità di sei miglia, si dirigevano verso il porto. Soffiava un vento gagliardo, e ricordo che la mia partenza non fu facile, perchè corsi varie volte il rischio di essere investito dai numerosi battelli, motoscafi e rimorchiatori, che si recavano incontro alla flotta. Il fumo di tutte queste imbarcazioni produceva sul porto una grande foschìa, che, come una nebbia, diminuiva notevolmente la visibilità.
   I bastimenti americani, non ostante le loro enormi dimensioni, a causa del mare beccheggiavano lentamente fin quasi a mettere la prua in acqua.
   Velivoli australiani, venuti per l'occasione da Melbourne, volteggiavano nell'aria, e aeroplani lanciarono pure le navi americane, non appena entrate in porto, per mezzo delle catapulte.
   La rada e tutta quella animazione in mare e in cielo, formavano uno spettacolo veramente fantastico. In quel giorno per le strade di Sydney era impossibile circolare. Nel pomeriggio gran parte delle truppe americane sbarcate dalle navi percorsero le strade principali della città, passando sotto un arco trionfale, eretto a Farm Cove nel punto di sbarco. Quel giorno e nei dì seguenti vi fu grande baldoria dappertutto.
   Alcuni aviatori americani mi invitarono a bordo delle loro navi ed ebbi con essi interessanti conversazioni.
   Passeggiando sulla coperta di quei mastodonti, ciascuno dei quali rappresentavan un valore di circa un miliardo di lire italiane, io pensavo come essi fossero un ammirevole prodotto della genialità e dell'attività umana. Però queste che possono dirsi vere fortezze galleggianti, sono oggi gravemente esposte così alle insidie dei sommergibili come a quelle degli aerei. È vero che attualmente un siluro non è sufficiente a produrre l'affondamento di un bastimento di 40.000 tonnellate, ma nulla vieta di costruire dei siluri che portino una carica di esplosivo maggiore; e d'altra parte