j Un volo di 55.000 chilometri
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Ammarai nell'Outer Harbour presso una banchina dove una moltitudine entusiasta, vociante e gesticolante mi attendeva.
Quando scesi a terra la polizia dovette farmi largo. Molti furono contusi nella calca. Ricevimento al Municipio, banchetti, discorsi. Era un saggio di quanto ci attendeva a Melbourne.
Il 9 giugno compii la traversata da Port Adelaide a Melbourne, l'ultima della prima parte del mio viaggio.
La coda, come suol dirsi, è la più dura a scorticare.
Ed infatti il motore mi dette qualche fastidio per una valvola che manifestò un lieve principio di ingrippamento. Il tempo fu cattivo ed il mare anche. Ebbi Vento forte contrario alla rotta in quasi tutto il viaggio, e frequenti piogge.
A Queen Cliff, all'entrata di Port Philip, nell'estremo Nord del quale trovai Melbourne, mi attendevano in volo due idrovolanti dell'aviazione australiana. Essi mi pilotarono fino al campo di aviazione di Point-Cook dove tre squadriglie di apparecchi terrestri presero il volo e mi scortarono fino a Melbourne.
Alle 15 presi acqua a Santa Kilda, sobborgo di Melbourne, ove circa 4Q.000 persone erano ad attendermi.
In cinquanta giorni e 160 ore di volo con varia ventura, avevo percorso circa 23.500 chilometri.
La prima parte del mio progetto aveva avuto così esecuzione.