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Francesco De Pinedo
di costa così diritta. I due posti telegrafici di Eyre ed Eucla a un terzo e a due terzi della strada furono gli unici segni di vita che vedemmo. Dopo Eucla la costa diventa inaccessibile pure al mare, perchè scende a picco sull'acqua da poca altezza come una lunghissima terrazza. I nomi stessi di questa desolata regione, Nullar-bor Plain e Nomans Land, danno l'impressione del suo immenso squallore.
Dopo circa sei ore di volo che mi parvero interminabili, avvistai qualche scoglio e notai qualche irregolarità della costa: era Powler Bay col suo piccolo centro di Port Eyre, con 4e sue poche casette, qualche tettoia, un pontile di attracco per le navi. Mi sembrò quasi una metropoli dopo tanta solitudine.
Qui ricevetti alcuni telegrammi che mi mostrarono come a Melbourne si fossero appassionati al mio volo. La nostra avventura notturna di Israelite Bay attraverso le notizie telegrafiche e i giornali era diventato un incidente sul quale ci domandavano ansiosamente notizie. Era stato formato un comitato per ricevermi. Un programma di feste e di banchetti era pronto.
Poveri noi!
Da Flinders nella Streaky Bay sulla rotta di Adelaide, i maestri di scuola mi telegrafarono domandandomi di passare sulla città perchè gli alunni mi volevano vedere!...
L'8 di giugno lasciai Port Eyre. Anche qui dovetti eseguire una manovra simile a quella di Israelite Bay. Deviai dalla rotta e diminuii di quota per passare su Flinders. Qui il traffico nelle strade era interrotto, la popolazione era tutta stipata nelle vie, sui crocevia, nelle piazze: immobile, attonita. Mi sembrava quasi che venisse di là dal basso una corrente di simpatia verso di me e verso il mio paese.
Tagliai la penisola di Eyre che termina verso Sud col Capo Catastrofe, dal quale mi tenni a rispettosa distanza, poi passai un nuovo tratto di mare, lo Spencer Gulf, un'altra penisola, quella di York, un altro golfo, il Saint Vicent e, finalmente giunsi a Port Adelaide, la capitale dello Stato del Sud.