j Un volo di 55.000 chilometri
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saggi che mi pervenivano attraverso il filo, mi davano un'eco lontana.
Nella notte dal 6 al 7 vi era un magnifico plenilunio. Vista la calma assoluta che regnava sul mare, decisi di fare la traversata nelle ore notturne, partendo alla mezzanotte, ora in cui l'alta marea avrebbe dovuto far galleggiare nuovamente l'apparecchio.
Ma a mezzanotte ci attendeva una delusione, perchè la marea fu minore di quella diurna, e il mare non arrivava neppure a lambire l'apparecchio. Aiutato allora da tutta la popolazione valida di Israelite Bay, e cioè dal capoposto, dai due aiutanti e dai quattro indigeni ci demmo con le mani e con alcune pale a scavare la sabbia per condurre l'acqua fino allo scafo. Fu ima fatica improba. Lavorammo fino alle 4 di mattina, nella quale ora sospendemmo il lavoro per la stanchezza e perchè, non ostante tutti i nostri sforzi, non eravamo riusciti a portare l'acqua all'altezza necessaria.
Alle 6.30, dopo un breve riposo, tornammo all'impresa e questa volta mi limitai a girare l'apparecchio verso il mare, il che non fu neppure agevole, trattandosi di spostare una massa di tre tonnellate. Ciò fatto, misi in moto e con strappi successivi di motore mi riuscì finalmente di far scivolare l'apparecchio in acqua.
Tolgo dal mio giornale di bordo la descrizione della partenza: « Mentre flotto, il vento cambia direzione da Nord a Ovest, e due tentativi di decollaggio non hanno risultato. L'acqua (nel radiatore) sale a 85°. Mi faccio scarrocciare al largo a motore fermo per raffreddare l'acqua, ma mi trovo quasi alla secca e do motore dirigendo diritto in terra per essere sicuro di mettere l'apparecchio sul « redan », controvento. Infatti ci rieBCO, ma sono obbligato, appoggiandomi in acqua col galleggiante destro, a girare abbastanza stretto di quasi 180° a breve distanza da terra. La manovra riesce ».
La manòvra come si vede non fu semplice, perchè c'era il rischio di rompere un'ala, ma non c'era da fare altrimenti.
La navigazione fu quanto mai monotona e uggiosa. La terra piatta, arida, disabitata si svolgeva sotto di noi con la sua linea