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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Francesco De Pinedo
   dell'Ovest. La baia è completamente aperta a levante, ma è riparata dai venti di ponente, che sono quelli che soffiano costantemente nella stagione invernale.
   La traversata per Israelite Bay fu compiuta il 6 giugno, alla velocità di circa 230 chilometri orari per il forte vento da ponente, lungo una costa accidentata e deserta.
   La popolazione di Israelite Bay era così rappresentata: il capoposto dell'ufficio telegrafico, la moglie dello stesso, due bambini tra i quattro e i sei anni, due impiegati postali, quattro indigeni, una vacca, due cavalli e alcune galline.
   Mezzi di trasporto terrestri: una carretta; marittimi: un battello a due remi.
   Le comunicazioni con il resto del mondo da questa specie di eremitaggio avvengono quattro volte all'anno per mezzo di un piroscafo. Fu quindi molto felice il capoposto di Israelite Bay nel ricevere un sacchetto di corrispondenza che per lui mi avevano affidata a Port Àlbany.
   La località non ci incoraggiava per una lunga sosta, tanto più che, come mi disse il capoposto, per quanto la baia fosse ridos-sata dai venti di ponente, spesso vi era mare lungo in dipendenza del cattivo stato al largo, e ciò poteva compromettere 1* mia manovra di partenza.
   Per fare il rifornimento avevo incagliato l'apparecchio sulla spiaggia, ma poi, essendo la marea calata, esso era rimasto completamente in secco.
   Il nostro volo aveva destato un interesse grandissimo tra quella gente confinata lontano dal mondo.
   Lungo la linea erano altri due posti telegrafici per la trasmissione dei messaggi (naturalmente non per necessità locali, poiché i canguri erano gli unici e soli esseri viventi che abitavano la contrada) e quel giorno essi furono in continua attività per domandare notizie e per darne. La piccola città di Geduna nella Murat Bay telegrafò domandandomi di planare colà invece che a Powler Bay, informando che avevano preparato ed organizzato tutti i rifornimenti che mi occorrevano. Port Eyre insistette perchè io non cambiassi itinerario e così si svolse una piccola gara, di cui i mes-