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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   j Un volo di 55.000 chilometri
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   B décollaggio fu molto lungo e poco agevole, essendo l'apparecchio stracarico di benzina e di olio. Il vento veniva da terra, e dovetti flottare a lungo per portarmi al largo ed avere spazio sufficiente.
   Riuscii a mettere l'apparecchio sul « redan » contro vento, ma quando questa prima parte della manovra fu compiuta, mi trovai quasi a terra. Dovetti allora fare ima conversione di circa 90° sulla sinistra sempre sul «e redan », e finalmente potei distaccarmi dall'acqua.
   La mia rotta era tracciata direttamente per Capo Lévèque, che è l'estremità Nord della Dampier Land (Australia).
   Per avere il rombo preciso di bussola, per il quale dovevo dirigere, governai esattamente tra punta SW di Timor e l'estremità Est dello scoglio Usi, presso l'Isola di Rotti. Tale allineamento corrispondeva alla rotta vera Kupang-Capo Leveque. Mi risultò così il rombo bussola 190°.
   Ma il vento abbastanza fresco mi faceva scarrocciare sulla dritta. A lume di naso, non avendo strumenti speciali, calcolai a circa 10° la deriva, cosicché in definitiva governai per il rombo bussola 180°, Alle 6.45 misi in rotta. Il cielo era sereno. Il vento di SE aveva levato un po' di mare.
   Alle 7.30 perdei di vista di poppa le ultime isole dell'Arcipelago, e mi trovai in pieno mare. Campanelli ogni tanto pompava adagio adagio olio dalla latta del serbatoio, per mezzo della sistemazione che egli stesso aveva eseguita e che funzionava perfettamente.
   Passando sul banco di sabbia nominato Ibernia RiflF, controllai che non v'era nessuna correzione da fare alla rotta; segno che il calcolo della deriva era giusto.
   Alle 8.30 lasciai sulla diritta altri due scogli, West e East Islanda appena emergenti dall'acqua. Poco dopo notai che il vento di SE era alquanto scemato, e diminuii allora di 5° la correzione per la .deriva. Navigavo a circa 500 metri sul mare, ma alle 10 circa, essendo il sole salito sull'orizzonte e la temperatura dell'aria aumentata, portai la quota ad 800 metri per mantenere nei giusti termini la temperatura del radiatore.