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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Francesco De Pinedo
   Surabaya, tagliando a quando a quando la costa e a quando a quando passando al largo di essa.
   L'isola di Giava è veramente un'isola superba. Si vedevano da lontano, coronate da nubi, altissime catene di montagne e di vulcani, dall'aspetto maestoso; fra essi l'enorme cuspide del Sela-mat, vulcano attivò alto circa 4000 metri.
   Passai sopra il canale fra l'Isola di Madura e Giava e alle 5 arrivai a Surabaya, dove trovai anche alcuni italiani che ci fecero cordiali e festose accoglienze.
   Ci ormeggiammo presso l'idroscalo della Marina Olandese, ancora in costruzione. Da un motoscafo che venne ad aiutarci sentimmo ad un tratto chiamare con accento esotico:
   — Campanelli! Campanelli!
   ( — Ha degli amici anche qui? — domandai meravigliato al motorista.
   Egli si voltò rapidamente e riconobbe subito in colui che l'aveva chiamato un suo collega dell'aviazióne olandese, col quale aveva fatto amicizia l'anno precedente in Olanda, in occasione di una nostra gita in volo colà. Il mondo è piccolo! Non sto a ridire le effusioni di gioia fra quei due, che si rivedevano in un luogo così lontano e imprevisto.
   Rimandai i rifornimenti al mattino seguente, 28 maggio. Quella mattina decollai perciò un po' tardi, verso le 11.35. Dopo circa un'ora di cammino ebbi una strana preoccupazione: mi sembrò di sentire l'apparecchio troppo leggero e, poiché non avevo controllato personalmente il rifornimento, volli ammarare per misurare la quantità di benzina che avevo a'bordo; temevo che, allontanandomi troppo da Surabaya l'eventuale deficienza di benzina potesse diventare un male irreparabile. Ammarai quindi a ridosso di una insenatura presso l'estremità orientale dell'Isola di Giava. Ma la verifica mi rassicurò, ridecollai immediatamente.
   Passai in vista dell'isola di Bali e successivamente di Lomhok, lasciandole sulla destra. La costa era coperta da un basso strato di nuvole bianche, al di sopra delle quali si vedevano sporgere gli altissimi coni di numerosi vulcani. Il tempo fu ottimo, turbato solo da un leggero temporale, verso le ore 14.