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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   62-
   Francesco De Pinedo
   Se per la campagna è facile incontrare tigri, spesso, perfino in città, si trovano dei serpenti. Talvolta capita, anche nelle strade molto frequentate, di vederne in terra schiacciati dalle automobili che passano. Si narra di una coppia di sposi che trovò una sera un « cobra capéllo » (con un morso ammazza un uomo in due minuti) nel letto matrimoniale! Fortunatamente con un bastone sottile e flessibile si possono ammazzare assai facilmente questi rettili, che fanno vittime specialmente tra gli indigeni, i quali vanno scalzi.
   Presso i fiumi poi vi è la poco piacevole presenza dei coccodrilli; e gli aviatori inglesi ebbero la compitezza di avvertirmi di fare attenzione alle a capottate » dovute ad essi. Avremmo avuta, è vero, la consolazione postuma delle loro lagrime, perchè, a quanto dicono, il coccodrillo prima mangia l'uomo e poi lo piange.
   Quella notte dormii solo tre ore, non certo perchè pensassi ai coccodrilli, ma perchè passai la sera tra un banchetto e un ballo, dal quale saviamente mi ritirai a mezzanotte.
   L'apparecchio era molto distante dal centro della città, e dovetti quindi, volendo partire di buon'ora, mettermi in moto alle tre di notte.
   Ma i preparativi andarono per le lunghe, e solo alle 7 ero in aria. Mi attendevano ora fino a Singapore traversate assai dure.
   Il Comando dell'Aviazione Inglese, che si era trasferito col Governo da Calcutta a Sirnlà, come sempre nei mesi caldi, mi aveva avvertito che i Monsoni dell'Ovest si erano già stabiliti e che avrei trovato tra Akyab e Penang continue piogge e molti temporali, i quali sono spesso violentissimi.
   Un ciclone nel Golfo del Bengala si avanzava lentamente da Sud verso Nord, ed aveva peggiorate le condizioni del tempo più di quanto facesse prevedere la cattiva stagione, non ancora avanzata. Questa era la più grave conseguenza delle giornate perdute a Chah-bar e a Karachi. Secondo il mio programma, avrei dovuto trovarmi a Calcutta una settimana prima; e sarebbe stato allora più facile proseguire, per le condizioni di tempo migliori.
   — Staremo a vedere — pensavo, mentre volavo sul delta del Gange, che si estende per quasi 200 chilometri.
   Per quanto vi fosse dappertutto molta acqua, non era consiglia-