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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   60-
   Francesco De Pinedo
   Ma dopo pochi minuti, quasi per incanto le nubi si dileguano, torna la calma, torna il sole, ed un iridescente arcobaleno s'inarca 6ul cielo. Verso ponente si vede la bufera allontanarsi con la sua nera nuvolaglia, mentre la cupa e fragorosa eco dei tuoni giunge ancora ai nostri orecchi.
   È la classica tempesta tropicale.
   Un prete domenicano accorso sul posto mi dice che tali bufere si verificano quasi quotidianamente in questa stagione. E proprio da una di esse io ero stato colto in volo il giorno precedente.
   Il 12 maggio, alle 7 dèi mattino, mi faccio rimorchiare fuori del canale. Per non avere fastidi, avevo fatto spargere la voce che sarei partito alle 10. Tranne pochi curiosi impenitenti e mattinieri, la popolazione dorme pacificamente. Alle 8 sono in volo. Il tempo è abbastanza buono; seguo la costa, taglio sopra terra a circa 20 chilometri dalla costa alla foce del Delhi. A mezzogiorno il tempo diventa burrascoso e l'aria molto mossa. Cerco di trovare una zona più tranquilla, prendendo quota a 2000 metri. Alle 18.45 sono in vista di Calcutta, e alle 19 ammaro nel posto assegnato, presso il pontile di Baly, nel fiume Hooghly.