Stai consultando: 'Un volo di 55.000 chilometri ', Francesco De Pinedo

   

Pagina (56/300)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (56/300)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   58-
   Francesco De Pinedo
   Mi disse l'ingegnere che quei galleggianti erano adoperati dagli indigeni specialmente per traghettare il fiume e ricuperare, per venderli, i tronchi d'alberi trasportati dalla corrente.
   Dopo una mezz'ora di preghiere, urli e lanci di proiettili sotto specie di avanzi di frutta rimasti a bordo, mi riuscì di fare un po' di largo per decollare, e alle 8.15 finalmente ero in aria. I carburatori, con la benzina da automobile che avevo acquistata, andavano male, il motore mancava qualche colpo, e quindi i pochi minuti di volo che mi occorsero per raggiungere Cocanada furono alquanto spinosi.
   Alle 8.45 plano nelle acque di Cocanada. Ammaro nella insenatura naturale che forma il suo porto, e mi avanzo fiottando nel canale che serve di ricovero alle piccole imbarcazioni. Ma non ho ancora fermato il motore, che ima frotta di imbarcazioni a vela si addensa verso di me con grande mia preoccupazione. Anche qui dovemmo gridare a lungo e a squarciagola, perchè i velieri non si avvicinassero troppo all'apparecchio.
   Fortunatamente a bordo di essi erano buoni marinai, così che fummo presto alquanto rassicurati.
   La traversata del Deccan in idrovolante, definita da alcuni un pazzesco tentativo, era stata compiuta con l'aggravio delle condizioni meteorologiche avverse!
   Anche a Cocanada non era mai stato visto un aeroplano. Una funzione religiosa nella chiesa cattolica fu dovuta interrompere, perchè i fedeli avevano disertato la chiesa al rombo del mio motore, ed il prete officiante accorse anche lùi sulla piazza ad ammirare lo spettacolo, indossando ancora i paramenti della funzione.
   Le barche della polizia per fare largo intorno al velivolo caricavano continuamente le barche dei curiosi. Una di esse andò a fondo nel trambusto.
   Le scuole erano chiuse e i bambini condotti con i loro precettori a vedere la macchina strana. Incontrai a terra un vecchissimo signore europeo, fermo da molti anni a Cocanada, il quale mi disse tutta la sua gratitudine perchè gli avevo data la gioia di vedere, prima di morire, una macchina da volo, che tante volte aveva sognato invano di ammirare da vicino.