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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   48-
   Francesco De Pinedo
   gare le burrasche più violente; e più di una volta fui costretto a navigare ad appena 100 metri da terra.
   Lampi lividi e fulmini rossastri solcavano l'aria. L'apparecchio talvolta subiva insaccate così brusche che il motore soffriva arresti momentanei per deficienza di aria alle prese dei carburatori. Inoltre un forte vento da SW mi faceva deviare troppo verso l'interno. Modificai allora la rotta per riguadagnare la costa, dove poi trovai calma e bel tempo fino a Bombay.
   Alle ore 15 ero sul Golfo di Cambay, e lasciai la costa navigando alla bussola per un'ora e mezzo su mare largo.
   \lle 17 e un quarto ero su Bombay. Planai presso una piccola darsena, entrai flottando e mi avvicinai ad una boa per ormeggiarmi. Fermai il motore quando ebbi la prua sulla boa, ma un battello che era lì, e dal quale richiesi aiuto, non riuscì ad agguantare il cavo con cui doveva assicurarmi alla boa; così, a motore spento, l'apparecchio fu tratto dal vento e dalla corrente a scarrocciare sulla scogliera. Fu un momento piuttosto emozionante, perchè temevo qualche danno: dovemmo saltare sugli scogli e tener l'apparecchio discosto da essi, finché accorsero due o tre motoscafi che ci presero a rimorchio.
   La manovra fu lunga e laboriosa, perchè i motoscafi si intrigavano a vicenda. Uno prese un cavo nell'elica, un altro ebbe avaria al motore e fu gettato dal vento contro di noi. Come se ciò non bastasse, due rimorchiatori pieni di connazionali e di curiosi, corsi ad applaudirci, mal manovrati, vennero anch'essi a finire fra quell'imbroglio di cime e di motoscafi.
   Gli evviva degli spettatori si mescolavano al vocio ed alle apostrofi che noi ed i marinai ci lanciavamo in varie lingue, come suole avvenire in simili frangenti.
   Solo dopo un paio d'ore di lavoro, come Dio volle, riuscimmo, a mettere l'apparecchio in sicuro e senza danni, sulla boa.
   Trovammo a Bombay un ufficiale d'aviazione inglese, gentilmente messo dal Comando dell'Aeronautica a nostra disposizione; ebbi però l'ingrata notizia che la benzina non era ancora arrivata a Cocanada. Ciò, del resto, non mi sorprese, perchè in un primo tempo avevo stabilito di far tappa a Masulipatam, sulla