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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   II
   LA TRAVERSATA DELL'INDIA
   Presso il posto di fonda, assegnatomi a Punta Manora, esisteva uno scalo di alaggio, di cui profittai per mettere l'apparecchio in secco e per fare le verifiche generali al motore e allo scafo, rese necessarie dall'avventura di Chahbar; tanto più che dovevo prepararmi ad una delle più difficili traversate di tutto il viaggio: da Bombay a Cocanada.
   Lo scafo, nonostante le traversie subite, non aveva nessuna avaria. Solo una striscia di rame sotto il fondo si era schiodata. Fu nuovamente inchiodata; fu ridipinta anche là parte abitualmente immersa e rettificato il regolaggio delle ali.
   Restai così a Karachi un paio di giorni. Ebbi qui per telegramma le felicitazioni del Viceré delle Indie.
   Il Colonnello Hicks, che comandava il deposito di Aviazione inglese a Karachi, fu un ottimo camerata, e fece di tutto per rendere più piacevole la mia sosta forzata.
   La prima sera mi condusse al teatro, dove una compagnia di dilettanti recitava una commedia che doveva essere molto divertente, a giudicare dalle matte risate del pubblico, ma il cui spirito, francamente, non riuscivo ad afferrare bene, sia per la mia non eccessiva familiarità con le finezze della lingua inglese, sia perchè, Causa la stanchezza, Morfeo mi chiudeva prepotentemente gli occhi. t5 La seconda sera egli organizzò una simpatica comitiva per una gita in canoa sull'estuario del fiume Malir. Ci accampammo su di