IIn volo di 55.000 chilometri
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Quando dopo molti sforzi l'idrovolante accennava a muoversi, la folla variopinta prendeva una rincorsa con grande pericolo per l'apparecchio, che aveva bisogno di essere continuamente guidato sui rulli. Per arrestare allora la ciurma, dovevo gridare come un forsennato e distribuire pugni a destra e a manca.
Alla fine l'apparecchio risultò in una posizione conveniente; ma la coda aveva subito la rottura di un'ordinata, causa un rullo mal piazzato. Fortunatamente l'avaria non aveva importanza. Anche la mia gola aveva subito avaria perchè ero divenuto rauco.
Immediatamente fu smontato il galleggiante. Si trattava ora di ripararlo. In paese non esisteva che un carpentiere, il quale non aveva altri strumenti da lavoro che un trapano ed un'accetta. Mancava di legno adatto: si trovò solo un po' di faggio buono per le ordinate del galleggiante e qualche assicella di scatole da imballaggio buona per rifarne il fasciame.
. La veranda del Posto telegrafico divenne la nostra officina.
Il carpentiere, che doveva venire ad aiutare e portare il legname occorrente, non si fece più vedere. Gira di qua, gira di là, finalmente dopo tre o quattro ore di ricerche eccolo arrivare trascinato, qu'àsi per forza, da un soldato della stazione telegrafica. Il povero diavolo si era dileguato perchè aveva paura di compromettere la sua reputazione, spaventato dalla difficoltà del lavoro che gli si proponeva di fare. Lo riconfortammo alla meglio e gli dicemmo che bastava che aiutasse: si limitò quindi, accoccolato per terra e tenendone il legno tra le dita dei piedi, a segare alcuni pezzi* a piantare alcuni chiodi e ad intascar la mercede.
Sotto un caldo snervante, il motorista si mise alacremente al lavoro, aiutato da me e dagli ufficiali inglesi, insieme ai quali m'improvvisai falegname.
Poiché la tenuta stagna del fasciame non era sicura, fu fatta una seconda copertura in latta, utilizzando alcuni bidoni vuoti da benzina.
Per ultimo venne passata su tutto una buona mano di catrame ed il lavoro fu pronto il 4 maggio a mezzodì. Credo che Campanelli ci abbia rimesso qualche chilogrammo di peso. Egli destò l'ammirazione unanime degli ufficiali del Posto telegrafico per la sua resi-