IIn volo di 55.000 chilometri
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Chahbar è un piccolo villaggio abitato da negri e Persiani. Vi esistono Tm campo di atterraggio appartenente agli Inglesi, ed un posto telegrafico pure inglese.
Il lavoro al serbatoio dell'olio si presentò piuttosto lungo, e mi obbligò a rinviare la partenza di 24 ore. Occorse anzitutto cambiare il posto di ortneggio dell'apparecchio, e la manovra venne eseguita agevolmente per il valido aiuto di alcuni negri che nuotavano come pesci. Infatti, uno di essi si caricò l'ancora sulle spalle e, camminando — completamente sommerso — sul fondo del mare per 50 metri, situò nella posizione giusta l'àncora, sulla quale poi, per mezzo di un lungo cavo, alammo l'apparecchio.
Smontato il serbatoio, lo portammo alle sede del posto telegrafico dove gli ufficiali inglesi gentilmente ci ospitarono; ma ci trovammo subito in grave imbarazzo perchè, per lavorare, ci occorreva un pezzo di lamiera di rame, che non si riusciva a trovare.
Dopo molte ricerche il motorista trovò in cucina una padella e fece per prenderla.
— Una padella?! — esclamò il cuoco indiano, trattenendola dal manico e disputandola ótìn tutte le sue forze a Campanelli che ne metteva altrettante per impossessarsene.
— Ma con questa si fa da mangiare; non si usa per le macchine del diavolo!
La querimonia arrivò fino a me ed io la risolsi diplomaticamente con il comandante del Posto telegrafico; così la padeUa finì la sua carriera terrena nelle mani di Campanelli. Egli trion- • fante cominciò subito a manipolarla col martello e la lima sotto gli occhi del cuoco, che certo, assistendo al sacrilegio con aria^ malinconica, pensava alle frittate che non vi avrebbe più fatte.
Il caldo era veramente opprimente. H lavoro fu portato a termine la sera tardi, e bisognò quindi rimandare all'indomani mattina il montaggio del serbatoio sull'apparecchio. L'indomani l'operazione fu eseguita, ma il tempo non era più così bello come il giorno prima. Si era alzato da SW un vento, al quale la baia era completamente aperta ed esposta. Anche il mare andava ingrossando minacciosamente.