34 VITE DKGI,I ECCELLENTI COMANDANTI
? che per la bontà sua), dopo d'aver goduto una sanit prosperosa, che per trent anni non ebbe mai ®<>SHp!f medicina, gli venne un male, di cui sul principio Up nè i medici fecero gran caso. Pensarono che fos ' nesmo; e vi applicavano rimedii pronti e facili. jtl ® avendo passati tre mesi senza verun dolore, quelli che seco portava la cura, all'improvviso il ] gli saltò in un intestino con tanta violenza che ine.' e usci fuori una fistola marcia per i lombi. Ma i)rjnin'R ? ciò avvenisse , sentendosi crescere i dolori di gjor 8 giorno e sopraggiugner la febbre, fece a sè chi,0 111 Agrippa suo genero, e con lui L. Cornelio Balbo e 'iar0 Peduceo. I quali, come gii furono intorno. recat(,8j 1 0 d'un gomito: Quanta cura, disse, e quanta dihgeriz ^°J'^ io in questo tempo usata per ricuperare la saniti a , è abbastanza noto : non fa d'uopo ch'io vi dica plif ' a v.ot Ora avendo a voi, come spero, soddisfatto, e niut,a parole, delle còse utili per guarirmi, altro non mi rim/in mfss?. provvedermi da me medesimo ; io non ho voluto rjie } vi fosse celato. Ho risoluto di no» volere più dur P al mio male. Perciocché in questi giorni tutto il c^/ 'f j0 preso, altro non ha fatto che accrescermi il dolnre speranza di risanare. Laonde io vi prego di questa SPnza ramente che approviate la mia risoluzione, di pni Ppmte~ tentiate di distogliermene, '.he il tentereste >ndarno non
XXII. Fatto questo discorso con tal fermezza „ e di volto, che non parea che passar dovesse r(a morte, ma d^una casa in un'altra, pregandolo pure i» ¦ ' » scongiurandolo con lagrime e con baci, che n„n rippa affrettare da per sé quello a cut la natura per ne ,SSJ lo conduceva; ed a serbarsi, poiché ancora prr¦ 0*e,f j tempo il poteva, a sé stesso ed a' suoi ; con ^Htina lenzio gli fe' porre fine al preg-are. Cosi essendosi ri J ,sl giorni astenuto dai cibi, d'improvviso la febbr<> jj K,r .? e il male cominciò a farsi più leggiero, nùllau:i,en 9! ridurre a fine il suo pensiero. Per tanto il quii,l0 °.volle dacché avea preso questo partito, l'ultimo di ltiarKl0rn(? consolato di Gneo Domizio e di Cajo Socio, fini (ìj z?- el Fu portato a seppellire in lettiga. secondo eh' fts,]}lvRre' ordinato, senza veruna pompa funebre, accomp^g?' taVja tutti i buoni e con grandissimo concorso di lionnl ° IT posto allato alla via Appia. cinque miglia fuor! i i0, 1,11 nel sepolcro di Q. Cecilie suo zio materna. «.orna,
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