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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   34 VITE DKGI,I ECCELLENTI COMANDANTI
   ohe accaddero mer.tr'ei visse; ma di quelle ancora eha presentemente addivengono, ne annunziò come indovino.
   XVII. Dell'amore d'Attico-poi versoi congiunti che dir di più ? Io l'ho udito nella morte di sua 'madre, da lui sepolta di novant'anni, avendone egli settantasette, con verità gloriarsi ch'egli non aveva mai avuta l'occasione di riconciliarsi colla medesima, nè mai era st.to in corruccio colla sorella ch'era quasi sua coetanea. Il che è segno, o che non ebbe mai insieme rammarico veruno, o ch'egli era verso di loro sì condiscendente che cosa indegna stimava l'adirarsi contro di quelli ch'ei doveva amare. Nè così fece soltanto per dettame di natura (quan-iunque a questa tutti ubbidiamo), ma anche per lume di dottrina. Imperciocché avea egli troppo bene appresi i precetti de' principali filosofi e gli metteva in pratica, non per ostentazione, ma per regola del suo vivere.
   XVIII. Fu ancora grande imitatore del costume dei maggiori, siccome dell'antichità amatore : della quale era si esattamente informato, che tutta intera la espose in quel libro, ove onorò i magistrati. Imperciocché non vi ha legge, nè trattato di pace, nè guerra, nè cosa altra rimarchevole del popolo romano, che in esso non sia secondo i suoi rispettivi tempi registrata; e ciò che gli dovette riuscir più difficile, v'intrecciò l'origine delle famiglie per tal modo che quel libro ci basta per aver contezza delle genealogie degli uomini illustri. La qual fatica fece pure in altri libri separatamente; siccome ad istanza di M. Bruto annoverò per ordine la famiglia Giu-nia dalla sua prima origine sino a quest'età, notando di ciascuno il quando e da chi sia nato, quali cariche abbia avute, ed in qual tempo. Similmente a richiesta di Marcellio Claudio, scrisse della famiglia de' Marcelli : ad istanza di Scipione Cornelio e di Fabio Massimo, illustrò le famiglie de' Cornelii e de Fabii e degli Emilii ancora De' quali libri non vi può esser cosa più gradita a coloro che si dilettano di aver notizia degli uomini insigni. Si applicò anche qualche poco alla poesia per non rimaner privo, cred'io, della dolcezza di quest'arte. Imperciocché espose in versi que' Romani che per carica e per eccellenza di cose operate sopra gli altri, si segnalarono, per modo che sotto il ritratto di ciascuno descrisse in quattro versi o cinque al più le loro gesta, ed i magistrati, essendo appena credibile che tante cose potessero sì brevemente spiegarsi. Evvi altresì un libro da lui scritto in -greco sopra il consolato di Cicerone.
   XIX. Il fin qui detto è da me stato scritto vivente Attico. Orai giacché la fortuna ha voluto che a lui sopravvivessi, verrò esponendo il restante ; e per quanto mi sarà possibile . cogli esempii de' fatti a' leggitori farò tocca?