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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   34 VITE DKGI,I ECCELLENTI COMANDANTI
   ch'egli aveva nell'Affrica. La qual cosa, per quel tempo, fu difficile a giudicare se gli sia stata maggiormente di fatica o di gloria; perciocché s'è veduto non aver egli avuto meno a cuore xje' pericoli gli amici assenti che i presenti.
   XIII. Ne fu già Attico riputato meno buon padre di famiglia che buon cittadino. Imperciocché quantunque danaroso. pure mimo fu di lui men portato a far compre, nè men facile a fabbricare. Non lasci*) egli per tutto questo d essere ottimamente alloggiato, e d'aver per suo uso tutte le cose signoria. La sua casa era nel Colle Quirinale, detta la l'anfllana, lasciatagli in eredità dallo zio materno, la cui amenità non consisteva nell'edifizio, ma in una selva, che le era contigua : imperciocché la casa m sé, di fabbrica antica, era piuttosto ben intesa che sontuosa, nella quale non fe' verun cangiamento: se non quanto il richiedeva ja necessità di riparare alla vetustà. Tenne servitù, a giudicar dall'utile, ottima; ma secondo la figura, appena mediocre Imperciocché aveva de'domestici ietteratissimi, degli ottimi lettori e gran numero di scrivani; cosi che non v'era neppur uno tra quelli che il seguitavano a piedi che l'una e l'altra di queste cose non sapesse fare Perfettamente. Similmente tutti quelli degli aitn ufflcn, che sono al treno d'una casa richiesti, erano assai ouoni. Nè ve n'ebbe pur uno che non fossegli nato in casa e in casa educato; segno non solamente di moderazione, ma anche di diligenza. Imperciocché il non desiderare smisuratamente quella cosa, cui vedi che molti agognano, si dee riputar segno di temperanza, ed è argomento di accortezza non mediocre il procacciarselo piuttosto coli industria, che col danaro. Di buon gusto, ma non magnifico- splendido, ma non grande spenditore, con ogni diligenza cercava la pulitezza, non il superfluo. Di suppellettile non aveva nè troppo, né poco, in modo che non potea dar nell'occhio nè per l'un estremo, nè per 1 altro. Ne lascerò di air questo ancorché io credo che a molti sui per parer cosa leggiera, che essendo Attico de più agiati cavalieri romani, e con molta liberalità invitando a casa sua persone d'ogni ordine, sappiamo dal libro dei suoi conti giornalieri ch'egli non ispendeva nulla più di tre mila assi per ciascun mese, e questo lo asserisco con franchezza non per averlo inteso dire, ma per averlo veduto io medesimo, come quello, che per la nostra stretta amicizia, ebbi spesse volte parte ne' suoi domestici affari.
   XIV. Ne' suoi conviti non s'udì mai altra sinfonia che de' leggitori : la qual cosa a noi pare dilettevolissima. Nè mai bi cenò da lui sansa che vi fosse qualche lettura per ricreare non meno l'animo che il ventre de' convitati. Imperciocché egli invitava coloro che non erano d'inclina-