Stai consultando: 'Vite degli Eccellenti Comandanti ', Cornelio Nipote

   

Pagina (93/105)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (93/105)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   XXV. T. POMPONIO ATTICO. * 93
   sare si fa amico anche di Bruto abbattuto e fuggitivo. - IX. Avversario neppure di Antonio dichiarato nemico, porge soccorso alla moglie ed ai figli di lui. X. Va esente della proscrizione di Antonio insieme con Canio, — XI. ed è d'ajuto a moltissimi proscritti. — XII Si giova di Agrippa,ed Antonio soltanto per impetrare perdono agli amici. — XIII. E buon padre di famiglia e cittadino di buon gusto, ma non facile allo spendere. — XIV. Non cena mai, senzachè si legga qualche cosa fa buon uso dei denaro. — XV. Odia la menzogna, mantiene sempre la parola , è indefesso negli : fTari. — XVI É affabile con tutti ed amico in-.. timo di Cicerone — XVII. Amoroso verso la madre e la sorella — XVIII, Conoscitore dell'antichità, della genealogia, della poesìa XIX. Diviene affine di Ottaviano pe' suoi decorosi costumi. — XX. SUa non interrotta famigliarità con Ottaviano ed Antonio, benché dissidenti fra loro. — XXI. Essendo vecchio ed ammalato, palesala sua risoluzione di voler morire: — XXII. Sua morte e sepoltura.
   I. Tito Pomponio Attico, disceso da una delle più antiche case di Roma., godè la dignità equestre dei suoi antenati per non interrotta successione a lui pervenuta. Ebbe un padre diligente e condiscendevole, e per quei tempi ricco, e sopra ogni cosa amante della letteratura Questi, a misura ch'era egli stesso portato a favor delle lettere, ammaestrò il figliuolo di tutte quelle cognizioni, alle quali applicar si deve l'età puerile. Avea poi il fanciullo, oltre la capacità dell'ingegno, un tuono di voce ed una pronuncia sopra ogni credere soave : così che non pur con prestezza quelle cose imparava, che gli venivano insegnate, ma anche eccellentemente le recitava.Quindi è che nella puerizia era tenuto per ragguardevole tra' suoi eguali, e più segnalatamente risplendeva di quel che soffrir in pace potessero i condiscepoli d'elevato ingegno : tra' quali furono un L. Torquato, un Cajo Mario figliuolo di Cajo, un M. Cicerone: l'animo dei quali egli col suo tratto legossi cosi fattamente, che niuno ebber giammai continuamente di lui più caro.
   II. Restò presto senza padre. Ancor giovinetto, per l'affinità di Pubiio Sulpizio, che essendo tribuno della, plebe fu ammazzato, non andò da quel pericolo esente. Imperciocché Anicia, consobrina di Pomponio, s'era sposata con M. Servio, fratello di Sulpizio. Adunque, ucciso Sulpizio , vedendo Pomponio che pel sollevamento di Cinna la città era in iscompiglio, e che egli non avea campo di viversi da suo pari senza disgustare 1' un partito, o l'altro, vedendo disuniti gli animi de' cittadini, poiché altri favorivano i Sillani, ed altri i Cinnani, giudicando esser quello il tempo opportuno di darsi tutto a' suoi gemali studii, portossi in Atene; nè con tutto ciò lasciò di soccorrere còme potè il giovine Mario, giudicato suo nemico. sollevandolo con denaro nella fuga. E perchè lo star lungi da Roma non apportasse discapito a' suoi interessi, si trasportò seeo una gran parte de' suoi averi.