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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   XXIII. ANNIBALE. 91
   il permise la sorte, cioè Filino e Sosilo spartano : e questo Sosilo fu quello che insegnò ad Annibale la greca favella. Ma tempo è ornai che diam fine a questo libro, e passiamo ad esporre i comandanti romani, acciocché più agevolmente, col confronto delle gesta di questi e di quelli, giudicar si possa quai sieno da preferirsi.
   XXIV.
   M. «ORZIO CATONE.
   (Dal libro degli storici latini di Cornelio Nipote.)
   I Catone giovanetto, questore, edile, pretore. Conduce Ennio a Roma,.
   — 11. Essendo console ottiene in governo la Spagna inferiore. E
   anche censore severissimo. - Ili. Sue elogio, studii, scritti.
   I. Nacque Catone nel municipio di Toscolo. Ancor giovine, prima di entrare nelle cariche, si trattenne ne' Sabini perchè ivi aveva una possessione ereditata dal padre. Per consiglio di L. Valerio Fiacco, cui ebbe poi per collega nel consolato e nella censura, com'era solito raccontare M. Perpenna censorino, passò a Roma: cominciò ad esercitarsi nel foro. D'anni diecisette fu per la prima volta soldato. Essendo console Quinto Fabio, M. Claudio fu tribuno de' soldati nella Sicilia. Quinci ritornato seguitò le armi di C. Claudio Nerone, e si fe' grande onore nella giornata campale vicino a Sena, nella quale restò morto Asdrubale fratello d'Annibale. Toccò in questore a Publio Cornelio Scipione Affricano, console : col quale non visse secondo che la congiunzione della sorte pareva ri-.chiedere. Imperciocché fu in tutta la sua vita da lui discordante. Fu creato edile della plebe con C. Elvio. Fu pretore in Sardegna , dalla quale nel tempo della sua questura , venendo d'Affrica, avea seco condotto il poeta Q. Ennio : la quale azione da noi non si apprezza meno di qualunque più nobile trionfo sardico.
   II. Ottenne il consolato in compagnia di L. Valerio Fiacco, e toccatagli in governo la Spagna Citeriore, ne riportò il trionfo. Ivi egli più a lungo fermandosi, P. Scipione Affricano, console per la seconda volta, nel cui primo consolato egli era sta to questore, gli volle far deporre il governo, ed egli stesso succedergli. Ma ciò non potè dal Senato ottenere che avvenisse, comechè Scipione fosse in Roma tenuto come primo; perchè allora non colla potenza, ma colla giustizia era la repubblica amministrata. Della qual cosa mossosi a sdegno, finito che fu ii [>on»n!fltn. bp ne «tette d'allora in poi in Roma nome pri-
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