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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   88 /.'ITE DEGLI KCCELLENj^L COMANDANTI
   tarsi/ii it/lia colle suo armateMk ivi fe' venire il fratello^ ag»ne. Come q uesto ii».lj» i Cartaginesi, punirono Magone colla stessa pe^PHH condannato aveano il fratelli. Questi nella disperazìmie avendo sciolte le navi, e fate le vele a' venti, Annibale pervenne ad An-tiocoi li/orno alla monte di Magone si ta^vano due differenti gelazioni ; altri lasciarono scritto,1'lui essere perito di naufragio; altri averlo i suoi propri servi ammazzato. Ma.ÀutìOco, se avesse voluto cosi nei fare la guerra ub-bipre/a' consigli d'Annibale, come avea. cominciato a fJe tjhl disporvisi, avrebbe combattuto per la somma jBll' i/npero più presso al Tevere, che alle Tetmopili. Il iale comechè vedesse che faceva molti sciocchi tenta-ivi, pure non l'abbandonò in veruna cosa. Ebbe il comando di poche navi, le quali aveva avuto ordine di condurre dalla Siria in Asia, e con queste si azzuffò nel mar di Panfilia con la flotta rodiana: ove essendo i suoi soverchiati dalla moltitudine de' nemici, il corno, dov'ei ebbe a fare, fu superiore.
   IX. Messo in fuga Antioco, temendo di non esser dato nelle mani de' Romani (il che sarebbe fuor d'ogni dubbio avvenuto, se si fosse lasciato cogliere), si portò in Creta ai Gortinii, per ivi riflettere dove avesse a passare. Beu vide quest'uomo sopra ogni altro accortissimo, che se egli non avesse preso qualche spediente, correva ivi gran rischio, attesa l'avarizia de' Cretesi. Imperciocché portava seco gran somma di danaro, di cui sapeva essersi divulgata la voce. Per tanto s'appiglia a questo partito: riempie di piombo molte anfore, coprendone la sommità con oro ed argento: queste alla presenza de'Gortinii depone nel tempio di Diana, fingendo di affidare alla probità loro le sue sostanze. Poich'elbe costoro in questa guisa ingannati, riempie del suo danaro tutte le statue di bronzo, che seco portava, e queste abbandona nella parte più scoperta della casa. I Gortinii con gran cura guardano il tempio non tanto dagli altri, quanto da Annibale stesso, sicché egli non possa, senza loro saputa, toglierne nulla e portarselo via.
   X. In tal guisa salvati Annibale i suoi averi, delusi tutti i Cretesi, si portò in Ponto da Prusia : appresso del quale conservò sempre lo stesso animo riguardo all'Italia, nè altro mai fece che armare il re, ed incitarlo contro de' Romani. E veggendo Annibale il re non essere delle domestiche forze abbastanza potente, andava guadagnando altri re, e collegando bellicose nazioni. Era da. lui discorde il re di Pergamo Eumene, amicissimo a' Romani, ed avea guerra con Prusia per terra e per mare, e perciò maggiormente bramava Annibale di vederlo oppresso: ma Eumene per alleanza co' Romani sì per mare