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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   34 VITE DKGI,I ECCELLENTI COMANDANTI
   XXII.
   AMILCARE,
   1. Amilcare sul finire della prima guerra punica, volge in meglio le cose dei Cartaginesi ; fa prudentemente la pace coi Romani, col pensiero di ricominciare la guerra. — II. Essendo oppressa Cartagine dai soldati mercenari! con guerra intestina, Amilcare, creato comandarne, sbaraglia 1 nemici, e rende lutti l'Affrica tranquilla, - 111. Il di lui figlio Annibale ed il genero Asdrubale lo accompagnano nella Spagna, ove era mandato eoll'esercito; — IV. ivi egli cade combattendo i Vettoni.
   1. Amilcare, figliuolo d'Annibale, cognominato Barca, cartaginese, verso il fine della prima guerra Punica, ancor molto giovine cominciò in Sicilia a prender il comando dell'esercito. Con ciò fosse che avanti la costui venuta gli affari de' Cartaginesi, si per mare che per terra, andassero alla peggio, preso ch'egli ebbe il comando, nou fu mai vinto dal nemico, nè gli aiè mai il campo di nuocergli ; ma per lo contrario spesse volte, quaiora l'occasione si presentò, lo attaccò egli e lo battè sempre. Per lo che, avendo per l'addietro i Cartaginesi perduto quasi ogni cosa , egli cosi bene difese Erice che non pareva che in quel luogo fosse stata guerra. Frattanto i Cartaginesi vinti per mare da Ca,jo Lutazio console romano appresso alle isole Egati, risolvettero di dar fine alla guerra, e rimiser la cosa all'arbitrio d'Amilcare. Questi comechè ardesse di desio di guerra, stimò ciò nulla ostante di dover aderire alle proposizioni di pace, perciocché conosceva che la patria esausta dalle spese non potea più oltre portar il peso della guerra: rivolgendo però in mente di rinnovar la guerra, tosto si fosse ripigliato un po' di vigore, e di andar contro de' Romani fin a tanto che essi fossero rimasti vincitori, o si fossero dati per vinti. Con questa mira fece la pace: nell'accordar la quale fu si animoso, che protestando Catulo di non voler por fine alla guerra, se egli co' suoi Cartaginesi che ave-vano occupato Erice, deposte le armi, non avessero abbandonata la Sicilia, comechè vi si piegasse la patria; egli disse che vi avrebbe lasciata la vita anzi che ritor-earsene con si fatta macchia in fronte : che il suo valore non gli permetteva di rimetter in mano de' nemici quelle armi che avea dalla patria ricevute contro di loro. Alla costui inflessibilità fu forza che Catulo cedesse.
   M. Giunto Amilcare in Cartagine, trovò la repubblica In molto diverso stato di quello che egli aveva sperato.