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nato, fu consegnato agli undecemviri a quali per costumanza degli Ateniesi soglion consegnarsi coloro, che sono dal pubblico condannati al supplizio. Mentr'era condotto a morte, gli si fe' incontro un certo Enfileto, con cui era stato famigliarissimo, e colle lagrime agli occhi gli disse: 0 quante indegne cose soffri, o Pacione I Al quale egli: Ma non inaspettate, rispose, imperciocché consimil fine ebbero la maggior parte degli uomini d'Atene. Sì grave fu l'odio della moltitudine contro di costui, che niun uomo libero osò dargli sepoltura; sicché fu seppellito da' servi.
XX.
TIMOLEO NTE.
I. Timoleonte, ordinata la morte del tiranno, suo fratello, libera la patria. II. Fa sì ohe Dionisio, scacciato dalla Sicilia, arrivi a salvamento in Corinto. Vince Iceia, sconfigge Cartaginesi, fa prigione Mamerco. — III Kistorate le cose dell'isola, depone il comando e vive da privato, però sempre fone d'onori e dell'altrui benevolenza. -- IV. Benché già vecchio, e perduta la vista, provvede alla repubblica. - V. Si rallegra della sfacciataggine degli accusatori, come prova della ricuperata libertà. E sepolto con moltissimo onore.
I. Timoleonte nacque (. Corinto. Non v'ha dubbio che fu costui per comun sentimento un grand'uomo. Infatti a lui solo accadde quello, che non so se sia ad alcun altro accaduto, di liberare la patria, ov'era nato, da un tiranno oppressa, e dì togliere i Siracusani, a' quali era stato mandato in soccorso, all'invecchiata servitù, e rimettere al primo arrivo nel pristino stato la Sicilia tutta già da molti anni travagliata dalle guerre, e da' barbari oppressa. Nelle quali azioni la fortuna non gli mostrò sempre una faccia. Ma egli fu molto più saggio (cosa difficile e rara) nelle prosperità, che nelle disgrazie. Imper-perciocchè Timofane di lui fratello fatto capitano da' Co-rintii per mezzo de' soldati mercenarii, avendone presa la tirannia, ed egli potendo essere a parte del regno, tanto fu lontano dall'entrare in società della scellerag-gine, che antepose la libertà de' suoi cittadini alla vita del fratello, ed amò meglio ubbidire alle leggi della patria, che signoreggiarla. In questa risoluzione per mezzo d'un aruspice, e comune parente, poiché avea sposata una sua sorella nata da' medesimi genitori, fece uccidere il fratello tiranno. Egli non solamente non vi pose le