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mosso ed ajutato da Demostene, facendogli far vantaggiosa comparsa contro Carete: e dal medesimo difeso alcune volte in giudizio, mentr'era accusato di delitto capitale, n'era uscito libero. Kocione questo suo benefattore non solo ne' pericoli non difese, ma anco lo tradì. Ma il fallo, che spezialmente perdette Focione, fu allora che avendo egli il supremo reggimento del popolo, ed essendo da Dercillo avvertito, qualmente Nicànore prefetto di Cassandre cercava di sorprendere insidiosamente il Pireo degli Ateniesi, e facendogli istanza' il medesimo Dercillo che prendesse tutte le misure, acciocché non venissero a mancare i viveri; r'ocione in faccia a tutto il popolo disse, che non v'era pericolo alcuno, promettendo, che di ciò sarebbe stato egli mallevadore : eppure non molto dopo Nicànore prese il Pireo. Per ricuperar quel porto, senza del quale Atene non può in conto alcuno sostenersi, essendovi concorso il popolo armato, Focione non solo non mosse veruno a prender le armi, ma non volle nep-pur aver il comando di quei che già le avean prese.
Ili. Erano a que' tempi in Atene due fazioni, delie quali una teneva le parti della plebe e l'altra quella della nobiltà. In questa si trovavano Focione e Demetrio Falereo. Aveano entrambe Macedoni che le sostenevano. Imperciocché quei del popolo erano affezionati a Poliperconte, e i nobili erano del partito di Cassandro. Frattanto Poliperconte cacciò Cassandro dalla Macedonia. Pel qual fatto divenuto il popolo superiore, incontanente condannati a morte i capi della fazione contraria, gli obbligò a girsene lungi dalla patria. Tra questi furono Focione e Demetrio Falereo: e di ciò spedi un'ambasciata a Poliperconte, richiedendolo di confermare quanto esso avea decretato. Colà pure por-tossi Focione, ove appena giunto, ebbe ordine di far le sue difese, in apparenza appresso il re Filippo, ma in realtà appresso Poliperconte, che era allora alla testa dei regi affari, ivi accusato Focione da Agnonide di aver dato il Pireo nelle mani di Nicànore, per sentenza conforme a quella datagli dagli Ateniesi, fu messo in carcere, indi condotto ad Atene, acciocché ivi fosse secondo le leggi giudicato.
IV. Giunto che fu in Atene, non potendo a cagione dell'età reggersi su' piedi, ed essendo perciò condotto sopra un carretto, in gran folla si correva da ogni parte a vederlo, perciocché altri rammentando l'antica fama di lui, commiseravano la sua età avanzata, e i più eran« dall'ira stimolati per l'opinione dei tradimento del Pireo, e molto più per aver egli in vecchiaia fatto contro ai vantaggi della plebe. Per la qual cosa non gli fu nem-men dato campo di perorare e discolparsi ; ma poiché fluita furono alcune legali formalità, per sentenza condan-