Stai consultando: 'Vite degli Eccellenti Comandanti ', Cornelio Nipote

   

Pagina (69/105)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (69/105)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   XV:iI. ElMENK. 69
   le sue truppe avessero risaputo contro quai nemici le conduceva, non pur non vi sarebbero andate, ma avutane appena la nuova, si sarebbero sbandate. Perciò appigliossi a questo prudentissimo partito di condurle per istrade fuor di mano, ove non potesse giungere a lor notizia la verità; e di far loro credere, ch'egli marciava contro certi barbari. Si tenne dunque in questo, e prima schierò il campo i suoi soldati ed attaccò, ch'essi sapessero contrc chi fosse la battaglia. Inoltre, col preoccupare i posti fece che si avesse a combattere piuttosto colla cavalleria ond'era più forte, che colla fanteria, nella quale era inferiore.
   IV. In quel flerissimo incontro essendosi combattuto per bnona parte del giorno, vi restarono morti Cratero generale e Neottnlemo, il quale comandava in secondo luogo Con questo venne a singoiar tenzone Eumene medesimo. 1 quali stretti insieme essendo dai cavalli caduti in modo che fu facile il conoscere che con maltalento si erano azzuffati, ed avevano più coll'animo ohe colla persona combattuto non si distaccarono prima che l'uno de' due fosse spirato. Da questo ricevette Eumene alcune ferite; ma non perciò ritirossi dal combattimento, anzi con più di vigore caricò i nemici. Sbaragliata la cavalleria, ucciso Cratero. e presi molti uffiziali e de'più ragguardevoli; la fanteria nemica vedendosi in tal situazione, dalla quale senza voionta d'Eumene non potea ritirarsi, chiese pace. La quale avendo ottenuta, pur mancò di fede, e come tosto potè, se ne fuggi ad Aritipatro. Eumene fatto portare Cratero dal campo di battaglia ancor semivivo, procurò di ristorarlo. Ma non essendogli ciò venuto fatto, con magnifico funerale, siccóme era al suo grado richiesto, ed alla lor pristina amicizia (imperciocché mentre visse Alessandro, si erano trattati famigliarmente) il fe' seppellire, e mandò in Macedonia le ossa di lui alla moglie ed ai figliuoli
   V. Mentre cosi andavan le cose presso all' Ellesponto, Perdicca fu ammazzato in vicinanza del Nilo da Seleuco e da Antigono, ed il supremo governo dato ad Antipatro. Quivi a' voti dell'esercito tutti quei che abbandonato aveano Antip:.tro e Cratero. furono in assenza condannati a morte Tra questi fu compreso Eumene. Percosso egli da un tal colpo, non si perdette già di coraggio, né maneggiò per questo con minor impegno la guerra: ma la picciolezza delle sue forze, benché non abbattesse la grandezza dell'animo suo. tuttavia la diminuiva. Antigono inseguendolo, comeehé abbondasse d' ogni genere di truppe, pure spesso sulie strade era danneggiato, e non gli era mai dato campo d'attaccar battaglia, se non in luoghi, ove pochi poteauo far testa ad un gran numera.
   *