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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   34 VITE DKGI,I ECCELLENTI COMANDANTI
   inchè si tenne in Asia fu sempre per comune opinione riputato egli il vincitore.
   IV. Mentre rivolgea nei suo animo di andar contro de' Persiani ed attaccare il re medesimo, gli venne dalla patria un messo per ordine degli efori, qualmente gli Ateniesi ed i Beozii aveano dichiarata la guerra agli Spartani: che però senza indugio si ritirasse in patria. In questo non è meno da ammirarsi il rispetto di Agesilao verso la patria, che il suo valor militare. Imperciocché vedendosi egli alla testa di un esercito vittorioso ed avendo grandissima fiducia di impadronirsi del regno di Persia, ciò non ostante con tanta moderazione ubbidì a puntino all'ordine dei magistrati lontani, come se in qualità di privato fosse allora stato in un comizio di Sparta. 11 cui esempio avessero pur fatto gli Dei, che i nostri generalissimi voluto avessero imitare! Ma torniamo al nostro proposito. Agesilao ad un regno ricchissimo antepose il buon nome, e più gloriosa cosa riputò l'ubbidire ai decreti della patria, che il soggiogar colle armi tutta l'Asia. Su questo principio adunque passò coll'armata l'Ellesponto, e il fece si speditamente, che. compì egli in trenta giorni quel viaggio, nel quale Serse aveva impiegato un anno. Quando fu giunto in vicinanza del Peloponneso. gli Ateniesi ed i Beozii, con tutti gli altri confederati fecero presso ( oronea ogni sforzo per opporsegli; ma tutti in una sanguinosa zuffa gli sconfisse. In questa vittoria grandissima lode gli s'accrebbe per questo, che essendosi la maggior parte de' fuggiaschi ricoverati nel tempio di Minerva, e richiesto, come volea che costoro fosser trattati, quantunque in quel fatto d'arme egli ricevuto avesse alquante ferite, e paresse irato con tutti quelli che aveano contro di lui prese le armi, ciò nulla ostante fece che l'ira cedesse alla religione, e proibì di recar loro veruna offesa. Ne questo si fece soltanto nella Grecia, di rispettare i templi degli Dei ; ma nei paesi barbari ancora, tutte ie are. e i simulacri loro religiosamente mantenne intatti. Ed era solito dire, che si maravigliava, perche non fosser tenuti per sacrileghi coloro che avessero offeso chi ricorre supplichevole ne' templi; e perchè più severamente non si punisse chi perduto avesse il rispetto dovuto ai templi degli Dei, che chi gli avesse spogliati.
   V. Dopo questa battaglia il teatro della guerra fu nellfe vicinanze di Corinto, onde chiamossi la guerra corintiaca. Quindi essendosi sotto il comando d'Agesilao uccisi dieci mila nemici in una sola azione, e vedendosi perciò indebolite le forze degli avversari, tanto fu lungi Agesilao dall'insolentiro per sì fatta gloria, che mostrò anzi compassione della sciagura della Grecia, perchè per colpa