62 VITE I1E0LI ECCELLENTI COMANDARTI
XVIL AGESILAO.
f. Agesilao contende intorno all'onore del regno col figlio de! fri' tello. — li. Osserva piamente la tregua pattuita con. Tisaferue.
IH. Sacchpggia la Frisia. Passa l'inverno in Efeso ed esercita I3 milizia. Fingendo di portarsi in un luogo si reca in un altro. E sempre vincitore in Asia. - !V. Richiamato in patria, vince i B
I. Agesilao, spartano, fu da tutti quelli che di lui scrissero, e più altamente da Senofonte scolaro di Socrate, commendato, il quale egli aveva trattato con molta stretta amicizia. Ebbe costui primieramente contesa del regno con Leotichide, figlio di suo fratello imperciocché era costume antico degli Spartani l'aver sempre due re, più di nome che di comando, delle due famiglie di Prodi e di Euristene, che i primi della schiatta d'Ercole regnarono in Isparta. Non era lecito nominare l'una in luogo dell'altra di queste due famiglie : ma ritenevano ambedue il possesso, in cui si trovavano, per ordine di successione. Ad ogni altro era preferito il primogenito tra' figliuoli dell'ultimo re morto; e se questi non lasciava maschi, gli succedeva il parente più vicino. Era morto il re Agide, fratello d'Agesilao, ed aveva lasciato un figliuolo per nome Leotichide, che in vita egli non aveva riconosciuto, ma presso a morire aveva detto esser suo. Costui adunque venne a contesa per l'onore del regno con Agesilao suo zio ; ma noi potè conseguire. Imperciocché atteso il favore di Lisandro, uomo, come di sopra facemmo vedere, fazioso, ed a quei tempi potente, fu anteposto Agesilao.
II. Tosto ch'egli ebbe ottenuto 11 governo, persuase agli Spartani di far marciare un'armata in Asia e muover guerra al re di Persia, dimostrando essere più spediente il combattere in Asia che in Europa. Imperciocché erasi sparsa voce, che Artaserse allestiva un'armata navale, ed un'aitra terrestre per la Grecia. Avuta l'autorità, operò con prestezza tale, che in Asia pervenne colle truppe prima che i satrapi del re sapessero ch'egli si fosse messo in viaggio. Quindi avvenne che li colse tutti sprovveduti « all'impensata. Come ciò intese Tissaferne, eh era allora il capo dei prefetti del re, chiese dallo spartano una tregua, sotto pretesto di adoperarsi, acciocché si venisB«