52 yitk degli eccellenti comandanti
avrebbe mandato ambasciatori al re. Sedata cosila guerra, che il re mossa avea contro Datarne, Autotradate si ritirò nella Frigia.
IX. Ma il re perchè avea concepito un odio implacabile contro Datarne, poiché vide non poterlo opprimere con la guerra, pensò di torgli la vita con le insidie; dalle quali egli la maggior parte si guardò. Siccome quando essendogli stato riferito che gì' insidiavano la vita alcuni, che egli aveva per amici, venendogli l'avviso da' nemici loro, giudicò né dovergli dar fede, ne trascurarlo: volle far prova se gli fosse stato riportato il vero o il falso. Perciò cola portossi, ove coloro avean detto, che sarebbero stati gli agguati sulla strada. Ma scelse uno somigliantissimo a sè di aspetto e di statura, e il fece vestir del suo abito e gli fece prendere il posto ch'era egli solito di tenere. Egli intanto vestito alla militare si pose a marciare tra le guardie del corpo. Gl'insidiatori, come la squadra colà pervenne, e dall'abito e dal posto ingannati, s'avventano contro di colui che era in luogo di generale. Ma Datarne avea prevenuti quelli co' quali egli marciava, che si tenessero pronti a far quello ch'egli avrebbe fatto. Egli tosto che vide gì' insidiatori avanzarsi con impeto, scoccò loro contro de' dardi. Avendo fatto il medesimo tutti gli altri, priache gl'insidiatori quello giungessero che volevano investire, caddero trafìtti.
X. Quest'uomo però cosi accorto fu alla fine colto per inganno di Mitridate, figliuolo di Ariobarzane. il quale &vea promesso ai re di ammazzarlo, se gli avesse conceduto di poter ussre impunemente qualunque mezzo avesse voluto, e all'usanza di Persia glie ne avesse data in pegno la destra. Avuta questa dal re, fa gente, e in lontananza lega amicizia con Datarne: molesta una provincia del re, espugna castelli, fa grandi prede, parte delle quali divide tra' suoi soldati e parte mauda a Datarne. Similmente lo fa padrone di molte castella. Col far lungamente simigliami cose fa credere a Datarne d'essere impegnato col re in una guerra irreconciliabile, non cercando per tutto questo, affine di non dargli verun sospetto d'insidie, nè di venire con esso lui a parlamento, nè di vederlo. In tal foggia lontano manteneva 1' amicizia cosi che pareva che fossero insieme uniti non per beneficii scambievoli, ma per l'odio comune che contro del re aveano concepito.
XI. Quando gli parve d'aver ben fortificata questa credenza, fece sapere a Datarne esser giunto il tempo di metter in piedi maggiori armate, ed intraprender la guerra coi re: sopra il qual affare, se cosi gli paresse, venisse a parlar seco in qual luogo più gli fosse in grado. Accettato il partito, si sceglie il tempo dell' abboccamento