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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   34 VITE DKGI,I ECCELLENTI COMANDANTI
   lento l'animo del re. Quegli letta che ebbe una gì fatts lettera, essendo già arrivato all'esercito in Ace, come colui, che punto non dubitava della verità delle cose scrittegli, risolvette di abbandonare il re Nè fece per questo cosa che macchiar potesse la sua fede. Imperciocché diede il comando dell'esercito a Mandroele della Magnesia. Egli oo'suoi partì per occupare la Cappadocia e la Paflagonia unita a questa, dissimulando qual fosse l'animo suo a riguardo del re: fa di nascosto amicizia con Ariobarzane, fa gente, pone de'suoi alla difesa delle città fortificate.
   VI. Ma queste cose per cagion dell'inverno avoan men prospero successo. Gli vien riferito che i Pisidi allestiscono contro di lui certe truppe. Cola manda il figliuolo Arsideo con un'armata. Il giovine resta morto in battaglia- vi si porta egli stesso con poca truppa, celando quanto grave colpo avesse ricevuto, perciocché voleva essere addosso al nemico prima che la rotta avuta venisse a notizia de'suoi; acciocché la nuova della morte del figlio non avvilisse gli animi de'soldati. Giunge colà, dove s' era affrettato, ed accampa in luoghi tali, che nè possa dalla moltitudine dei nemici esser tolto di mezzo, nè essere impedito dall'avere truppa spedita per combattere. Ed era con lui Mitrobarzane, suo suocero, prefetto della cavalleria. .Costui, disperati gli affari del genero, disertando, passò ai nemici. Come ciò intese Datarne, s'accorse che se si fosse divulgato, eh' egli era stato abbandonato da uno che gli era sì strettamente congiunto, l'esempio di lui avrebbe tratti gli altri dietro di sé; e però fece sparger voce, che Mitrobarzane s'era partito per ordine suo in figura di disertore, acciocché più agevolmente accolto, facesse strage de' nemici. Per la qua! cosa non era onesto , che si abbandonasse, ma doverlo tutti seguitare senz' indugio. Che se ciò avessero fatto con intrepidezza, non poteva essere che gli avversarii resistessero, qualora si trovassero attaccati dentro dello steccato e fuori. Avendo ciò fatto credere, mette in marcia l'esercito, insegue Mitrobarzane, il quale non sì tosto Bri arrivato nel campo nemico, che Datarne fu in tem, o di attaccare. I Pisidi commossi dalla novità del fatto, si fanno a credere che i disertori abbiano operato con mala fede, e appostatamente, acciocché ricevuti facessero loro maggior danno: onde volsero prima le armi contra di essi. I disertori ignorando di che cosa si trattasse, o perchè così si facesse, si trovarono sforz