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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   —- 210 —
   la prova in contrario, e minaccia demolire il Palazzo Reale.
   — Oh, questo poi è troppo, — disse la regina, — e proverò loro che non sono ancora partita.
   D'Artagnan s'accorse, all'espressione del volto della regina, che ella stava per dare qualche ossine violento. Le si accostò dicendole sommesso:
   — Vostra Maestà ha sempre fiducia in me?
   Quella voce la fece sussultare.
   — Sì, signore, intera fiducia, dite...
   — La regina si degna di condursi seguendo i miei consigli ?
   — Dite.
   — Che Vostra Maestà rimandi Comminges, imponendogli di chiudersi egli e i suoi uomini nel corpo di guardia e nella scuderia.
   Comminges guardò d'Artagnan con uno sguardo d'invidia, col quale i cortigiani guardavano appressarsi una nuova fortuna.
   — Avete inteso, Comminges ? — disse la regina.
   D'Artagnan gli si avvicinò, avendo riconosciuto colla
   sua straordinaria sagacia, quel colpo d'occhio inquieto.
   — Signor di Comminges, — gli disse, — perdonatemi; noi siamo tutti e due servitori della regina, non è vero? è il mio turno di esserle utile, non invidiatemi dunque questa fortuna.
   Comminges s'inchinò ed uscì.
   — Quand'è così, eccomi con un nemico di. più !
   — Ed ora, — disse la regina rivolgendosi a d'Artagnan, — che bisogna fare? poiché voi lo sentite, invece di pacificarsi il rumore raddoppia.
   — Madama, — disse d'Artagnan, — il popolo vuol vedere il re, bisogna che lo veda.
   — Come lo vuol vedere ! dove ? sul balcone ?
   — Oh! Vostra Maestà, il signor d'Artagnan ha mille ragioni, —- esclamò Laporte.
   La regina riflettè e sorrise da donna, alla quale la finzione non era ignota.
   — Di fatti, — mormorò essa.
   — Signor Laporte, — disse d'Artagnan, — andate ad annunciare al popolo, attraverso i cancelli del Palazzo Reale, che sta per essere soddisfatto, e che tra cinque minuti, non solo vedrà il re, ma che lo vedrà anche nel suo letto ; aggiungete che il re dorme e che la regina prega che si faccia silenzio per non svegliarlo.