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vestita, vale a dire s'era messe le calze e ravvolta in un lungo accappatoio.
— Siete voi, Bernouin? D'Artagnan è al suo posto?
— Sì, madama, ed attende nell'oratorio che Vostra Maestà sia pronta.
— Lo sono. Andate a dire a Laporte di svegliare e vestire il re, poi passate dal maresciallo di Villeroy ed avvisatelo per parte mia.
Bernouin s'inchinò ed uscì.
La regina entrò nell'oratorio illuminato da una lampada a cristalli di Venezia. Vide d'Artagnan in piedi che l'aspettava.
— Siete voi? — gli disse.
— Sì, madama.
— Siete pronto?
— Lo sono.
— E il cardinale Mazarino?
— È uscito senza inconvenienti, e aspetta Vostra Maetsà al Corso Regina.
— Ma in che carrozza partiamo?
— Ho preveduto tutto. Ce n'è abbasso una che aspetta Vostra Maestà.
— Passiamo dal re.
D'Artagnan s'inchinò e 6eguì la regina. Il giovane Luigi era già vestito, tranne le scarpe e il giustacuore ; lasciava fare con aria meravigliata, volgendo un mondo d'interrogazioni a Laporte che non gli rispondeva se non:
— Sire, è per ordine della regina.
Il letto era scoperto e si vedevano le lenzuola del re talmente logore che in alcuni punti vi erano dei buchi.
Anche quello era un effetto della spilorceria di Mazarino.
La regina entrò; e d'Artagnan si tenne sul limitare. Il fanciullo scorgendo la regina, sfuggì di mano a Laporte e le corse incontro.
La regina fe' cenno a d'Artagnan d'accostarsi e questi obbedì.
— Figliuol mio, — disse Anna d'Austria, mostrandogli il moschettiere calmo e ritto con la testa scoperta, — ecco qua il signor d'Artagnan, che è valoroso come uno di quegli antichi prodi che voi amate tanto per averne sentito la storia contatavi dalle darne. Ricordatevi bene il suo nome, e fissatelo in volto per non dimenticarlo, perchè stasera ci renderà un gran servilo.