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Venti anni dopo (volume 1)
Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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terra, spine© la porta, avanzò il capo e chiese l'ospitalità. « Volentieri, mio giovine cavaliere, — disse il sacerdote, se volete accontentarvi degli avanzi della mia cena e di metà della mia camera ». Le due viaggiatrici si consultarono un momento; il sacerdote intese che scoppiavano dal ridere, indi il signore, o piuttosto la signora, rispose: « Grazie, signor curato, accetto. » « Allora cenate e fate meno rumore che vi è possibile, perchè io pure ho camminato tutta la giornata, e non mi spiacerebbe di poter dormire questa notte. »
Madama di Chevreuse passava dalla sorpresa allo stupore, dallo stupore allo sbalordimento ; il suo aspetto, guardando Athos, aveva preso un'espressione impossibile a descriversi ; si vedeva che voleva parlare, eppure taceva per timore di perdere una sola parola del suo interlocutore.
— Indi? — diss'ella.
. — Indi? — riprese Athos. — Ah! ecco il punto difficile.
— Dite, dite, dite; a me si può dir tutto. D'altronde ciò non mi riguarda, è affare di madamigella Maria Micon.
— Ah ! è giusto, — disse Athos. — Ebbene, dunque Mi-chon cenò colla sua compagna; e dopo di aver cenato, a norma del permesso che le era stato accordato, rientrò nella camera dove riposava il suo ospite, mentre Ketty 6Ì adagiava sopra una sedia nell'altra etanza, vale a dire in quella dove aveva cenato.
— In verità, signore, — disse madama di Chevreuse, — a meno che voi non siate il demonio in persona, io non so capire come voi possiate conoscere tutti questi particolari.
— Maria Michon era una bellissima donna, — riprese Athos, — una di quelle vaghe creature cui passano incessantemente nello spirito le più strane idee, uno di quegli esseri nati per la dannazione di quanti uomini sono al mondo. Ora, pensando che il suo ospite era un prete, venne in mente a quella pazzerella che sarebbe una giocosa rimembranza per la sua vecchiaia, in mezzo alle tante che già aveva, quella d'aver dannato un abate.
— Conte, — disse la duchessa, — parola d'onore, voi mi epaventate !
— Ohimè ! — ripreee Athos ; — il povero abate non era un eant'Ambrogio, e lo ripeto, Maria Michon era un'adorabile creatura.
— Signore, — gridò la duchessa prendendo le mani di Athos, — ditemi subito come sapete tutti questi dettagli, o
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