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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — m —
   Lo staffiere stava per ritirarsi, quando Athos gli fece un segno e lo trattenne.
   __Signora, — diss'egli alla duchessa, — ho avuto l'audacia di presentarmi al vostro palazzo senza che voi mi conosciate ; ciò mi è riuscito, poiché voi vi siete degnata di ricevermi. Ora ho l'audacia di domandarvi mezz'ora di conversazione.
   — Ve l'accordo, signore, — rispose madama di Cheu-vreuse col suo più grazioso sorriso.
   — Ma non è tutto, signora. Oh! io sono molto ambizioso, lo so! La conversazione che vi domando è da farsi fra noi, e nel frattempo avrei vivo desiderio di non essere interrotto.
   — Io non ci sono per nessuno, — disse la duchessa allo staffiere. — Andate.
   Lo staffiere uscì.
   Vi fu un istante di silenzio, durante il quale quei due personaggi che si conoscevano così bene a prima vista per essere di alto rango, si esaminarono senza alcun imbarazzo nè da una parte nè dall'altra.
   La duchessa di Chevreuse ruppe per la prima il silenzio, e disse sorridendo:
   — Ebbene, signore, non vedete ch'io aspetto con impazienza ?
   — Ed io, madama, — rispose Athos, — vi guardo con ammirazione.
   — Signore, — disse madama di Chevreuse, — bisogna scusarmi, perchè ho fretta di sapere con chi parlo. Voi siete un uomo di corte, è incontestabile, e tuttavia io non vi ho mai visto alla corte. Uscite dalla Bastiglia per caso ?
   — No, signora, — rispose sorridendo Athos, — ma forse sono sulla strada che vi conduce.
   — Ah, in questo caso ditemi presto chi siete e andateci pure, — rispose la duchessa con quel tono gaio che la rendeva tanto incantevole, — poiché io sono già abbastanza compromessa così, senza compromettermi di più.
   ;— Volete sapere chi sono, signora? Vi hanno detto il mio nome: il conte de La Fère. Questo nome non l'avrete mai inteso. Altre volte ne portavo un altro, del quale forse avrete udito parlare, ma che voi cerrtamente avete dimenticato.
   — Ditelo, o signore.
   — Altre volte, riprese il conte, io mi chiamava Athos.
   Madama di Chevreuse spalancò i suoi occhi sbalorditi