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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 184 --
   — No, ho pensato che poteva esserci utile. Eccola.
   Ed il duca prese la palla di sotto al capezzale e la presentò a Grimaud.
   Grimaud sorrise compiaciuto.
   — Ebbene? — domandò il duca.
   — Ebbene! monsignore, — disse Grimaud, — torno a cucire la carta nella palla e giocando la manderete nel fossato.
   — Non ci sarà pericolo che vada perduta?
   — Siate tranquillo,, monsignore, vi sarà qualcuno per
   raccoglierla.
   — Un giardiniere? — domandò il duca.
   Grimaud fece segno di sì.
   — Lo stesso di ieri?
   Grimaud ripetè il segnale.
   — Allora, il conte di Rochefort?
   Grimaud fece tre volte segno di sì.
   — Ma dammi almeno qualche particolare sul modo col quale dobbiamo fuggire.
   — Ciò m'è vietato, prima del momento dell'esecuzione.
   — Chi sono coloro che m'aspettano dall'altra parte del fossato ?
   — Non ne so nulla, monsignore.
   -— Dimmi almeno che cosa conterrà quel famoso pasticcio se non vuoi che diventi matto.
   — Monsignore, — disse Grimaud, — conterrà due pugnali, una corda a nodi ed un poire d'angoisse 1).
   — Bene, comprendo.
   — Monsignore vede bene che vi sarà il necessario per tutti.
   — Prenderemo per noi i pugnali e la corda, — disse il duca.
   — E faremo mangiare la pera a La Ramée, — rispose Grimaud, — acciò non possa gridare.
   — Mio caro Grimaud, — soggiunse il duca, — tu parli poco, ma quando parli, debbo renderti giustizia, parli come un libro d'oro.
   1) La « poire d'angoisse » era nn bavaglio perfezionato; aveva la forma d'una pera, si cacciava in bocca, con l'aiuto di una molla si dilatava in modo da distendere le mascelle uella loro massima estensione.