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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 177 --
   Ora 1© disgrazie success© ai tr© personaggi nominati dal duca erano incontrastabili.
   — Monsignor©, — diss'egli, — non bisogna abbandonarsi a tali pensieri. Sono i mesti pensieri che uccidono e non il salnitro.
   — Sì, sì, mio caro, — rispose il duca, — voi siete piacevole; se potessi al pari di voi andar a mangiare dei pasticci e bere del vino di Borgogna dal successore di papà Martello, ciò mi distrarrebbe. In ogni modo, — riprese il duca, — la sua cantina e la sua cucina non devon faticare a valer di più di quella del signor di Chavigny.
   — Ebbene ! monsignore, — disse La Ramée cadendo nella trappola, — chi v'impedisce di assaggiarne? D'altronde io gli ho promesso la vostra clientela.
   —- Tu hai ragione, — disse il duca, — se io devo restar qui in perpetuo, come il monsignor Mazarino ebbe la bontà di farmi capire, è bene che mi trovi una distrazione pei miei ultimi giorni, è bene che diventi ghiottone.
   — Monsignore, — disse La Ramée, — date retta a un buon consiglio, non attendete d'essere vecchio per ciò.
   —• Bene, — disse a parte il duca di Beaufort, — ogni uomo, perchè perda il suo cuore e la sua anima, deve aver ricevuto dalla magnificenza celeste uno dei sette peccati capitali, quando non ne abbia ricevuto due; sembrerebbe che quello di mastro La Ramée sia l'ingordigia. Ebbene, sia pure, ne approfitteremo.
   Indi ad alta voce, disse:
   — Dunque, mio caro La Ramée, dopo domani è festa?
   — Sì, monsignore, è il dì della Pentecoste.
   -- Volete darmi una lezione dopo domami
   — Di che?
   — Di golosità.
   — Volentieri, monsignore.
   — Ma una lezione tra di noi. Manderemo a pranzo le guardie alla cucina del signor di Chavigny, e noi faremo qui una colazione di cui lascio a voi la direzione.
   — Uhm! — disse La Ramée.
   L'offerta era seducente, ma La Ramée era un uomo sperimentato, che conosceva tutti i lacci che può tendere un prigioniero. Dicevano che il signor di Beaufort aveva preparati quaranta mezzi per fuggire di prigione. Quella colazione non celerebbe qualche insidia?
   Riflettè un momento ; ma il risultato delle sue riflessioni fu che comanderebbe i viveri ed il vino, e che per conse-
   dumas. Venti anni dopo. — 1