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Venti anni dopo (volume 1)
Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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Ora 1© disgrazie success© ai tr© personaggi nominati dal duca erano incontrastabili.
— Monsignor©, — diss'egli, — non bisogna abbandonarsi a tali pensieri. Sono i mesti pensieri che uccidono e non il salnitro.
— Sì, sì, mio caro, — rispose il duca, — voi siete piacevole; se potessi al pari di voi andar a mangiare dei pasticci e bere del vino di Borgogna dal successore di papà Martello, ciò mi distrarrebbe. In ogni modo, — riprese il duca, — la sua cantina e la sua cucina non devon faticare a valer di più di quella del signor di Chavigny.
— Ebbene ! monsignore, — disse La Ramée cadendo nella trappola, — chi v'impedisce di assaggiarne? D'altronde io gli ho promesso la vostra clientela.
—- Tu hai ragione, — disse il duca, — se io devo restar qui in perpetuo, come il monsignor Mazarino ebbe la bontà di farmi capire, è bene che mi trovi una distrazione pei miei ultimi giorni, è bene che diventi ghiottone.
— Monsignore, — disse La Ramée, — date retta a un buon consiglio, non attendete d'essere vecchio per ciò.
—• Bene, — disse a parte il duca di Beaufort, — ogni uomo, perchè perda il suo cuore e la sua anima, deve aver ricevuto dalla magnificenza celeste uno dei sette peccati capitali, quando non ne abbia ricevuto due; sembrerebbe che quello di mastro La Ramée sia l'ingordigia. Ebbene, sia pure, ne approfitteremo.
Indi ad alta voce, disse:
— Dunque, mio caro La Ramée, dopo domani è festa?
— Sì, monsignore, è il dì della Pentecoste.
-- Volete darmi una lezione dopo domami
— Di che?
— Di golosità.
— Volentieri, monsignore.
— Ma una lezione tra di noi. Manderemo a pranzo le guardie alla cucina del signor di Chavigny, e noi faremo qui una colazione di cui lascio a voi la direzione.
— Uhm! — disse La Ramée.
L'offerta era seducente, ma La Ramée era un uomo sperimentato, che conosceva tutti i lacci che può tendere un prigioniero. Dicevano che il signor di Beaufort aveva preparati quaranta mezzi per fuggire di prigione. Quella colazione non celerebbe qualche insidia?
Riflettè un momento ; ma il risultato delle sue riflessioni fu che comanderebbe i viveri ed il vino, e che per conse-
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