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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 176 --
   Fortunatamente il principe aveva avuto il tempo di nascondere la palla sotto il suo traversino.
   Appena la porta fu chiusa il duca lacerò coi denti l'involucro della palla. Sotto l'involucro vi era una lettera, la quale conteneva le seguenti righe :
   « Monsignore,
   a I vostri amici vegliano per voi, e si avvicina l'ora della vostra liberazione; dopo domani chiedete per cibo un pasticcio fatto dal nuovo pasticciere che acquistò il negozio dell'antico, e che non è altro che Noirmont, il vostro maggiordomo ; non aprite il pasticcio che allorquando sarete solo, spero che sarete contento di ciò che conterrà. Il servo sempre affezionato di Vostra Altezza alla Bastiglia come altrove
   Il conte di Rochefort ».
   P.S. Vostra Altezza si può fidare interamente a Grimaud; è un giovine molto intelligente e che ci è molto devoto.
   Il duca di Beaufort, a cui venne restituito il fuoco che gli era stato tolto, dopo che aveva rinunciato alla pittura, distrusse la lettera, come aveva fatto con maggior rincrescimento di quella di madama di Montbazon, e stava per fare altrettanto della palla, allorché pensò che poteva essergli utile per far pervenire la sua risposta a Rochefort.
   Era molto bene osservato, giacche al movimento che aveva fatto entrò La Ramée, e disse:
   — Monsignore ha bisogno di qualche cosa?
   — Avevo freddo, — rispose il duca, — ed accendevo il fuoco perchè riscaldasse un poco la stanza. Sapete, mio caro, che le camere della torre di Vincennes sono riputate per la loro freschezza. Vi si potrebbe conservare il ghiaccio e raccogliere il salnitro. Quelle nelle quali sono morti Puy-laurens, il maresciallo d'Ornano ed il gran Priore, mio zio, contenevano sotto questo rapporto, siccome mi diceva madama di Rambouillet, tanto arsenico quanto pesavano.
   Ed il duca si tornò a sdraiare, nascondendo di nuovo la palla sotto il traversino. La Ramée sorrise a fior di labbro. In fondo era un brav'uomo, che nutriva grande affezione per il suo illustre prigioniero e che sarebbe stato alla disperazione se gli fosse accaduta qualche disgrazia.