Stai consultando: 'Venti anni dopo (volume 1) ', Alessandro Dumas (padre)

   

Pagina (181/271)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (181/271)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 175 --
   fissato la cosa. Non perdette neanche le partite incominciate fino allora, ciò che gli permise di mettersi in offesa e di fare ciò che si fa in simili casi, vale a dire, sbagli su sbagli.
   C06Ì, alle due suonate, le palle incominciarono a prendere la strada del fossato con piacere di La Ramée, che marcava quindici punti ogni volta che il principe mandava fuori una palla.
   I falli si moltiplicarono in modo che ben presto non vi furono più palle. La Ramée allora propose di mandare qual-cheduno a raccoglierle nella fossa. Ma il duca gli fece osservare molto giudiziosamente che era tempo perduto; ed avvicinandosi al bastione che in quel luogo, come aveva detto il bargello, aveva almeno cinquanta piedi di altezza, vide un uomo che lavorava in uno dei mille giardinetti che i villani dissodavano sull'opposta sponda del fosso.
   — Ehi, amico, — gridò il duca !
   L'uomo alzò il capo, ed il duca fu lì lì per mandare un grido di sorpresa. Quell'uomo, quel villano, quel giardiniere era Rochefort, che il principe credeva alla Bastiglia.
   — Eh, là, cosa volete? — chiese il villano.
   — Abbiate la bontà di rimandarci le nostre palle, — disse il duca.
   II giardiniere fece un segno col capo e si pose a gettar entro le palle che venivano raccolte da La Ramée e dalle guardie. Una di esse cadde ai piedi del duca, e siccome quella sembrava visibilmente destinata per lui, se la pose in saccoccia. Indi, dopo di aver fatto al giardiniere un gesto di ringraziamento, riprese la partita.
   Ma decisamente il duca era in unci dei suoi cattivi giorni, poiché le palle continuarono a battere la campagna, invece di conservarsi nei limiti del giuoco: due o tre ritornarono nella fossa ma non trovandosi più là il giardiniere per rimandarle, furono perdute; poscia il duca dichiarò che si vergognava di tanta balordaggine e che non voleva più continuare.
   La Ramée era contentissimo d'aver così battuto un principe del sangue.
   Il principe rientrò nella stanza e si sdraiò sul letto; era quel che faceva quasi tutti i giorni dopo che gli avevano levati i libri. '
   La Ramée prese gli abiti del principe, col pretesto che erano coperti di polvere, e che voleva farli spazzolare, ma in realtà, era per esser sicuro che il principe non si muovesse. Era un uomo molto cauto quel La Ramée.