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eminente, e avrete quanto prima, lo spero, delle notizie che non vi saranno spiacevoli.
Grimaud salutò in un modo che procurò di rendere grazioso e 6Ì ritirò, ciò che era solito fare quando entrava il suo superiore.
— Ebbene, monsignore, — gli chiese La Ramée con un grosso sorriso, — siete sempre in collera con questo povero giovine ?
— Ah! siete voi, La Ramée? — rispose il duca; — vi giuro che era tempo che ritornaste, La Ramée. Mi ero gettato 6ul letto e avevo volto il viso verso il muro per non cedere alla tentazione di strangolare quello scellerato di Grimaud.
— Eppure io dubito, — disse La Ramée facendo un'allusione spirituale al mutismo del suo subordinato, — che abbia detto qualche cosa di spiacevole a Vostra Altezza.
— Lo credo anch'io, per bacco ! un muto dell'Oriente. Vi assicuro che era tempo che ritornaste, La Ramée, e che avevo fretta di rivedervi.
— Monsignore è troppo buono, — replicò La Ramée lusingato dal complimento.
— Ma, — continuò il duca, — mi sento oggi addosso un tal umore...
— Faremo dunque una partita alla palla per farlo passare, — disse macchinalmente La Ramée.
— Se lo desiderate.
— Sono agli ordini di monsignore.
— Vale a dire, mio caro La Ramée, — osservò il duca, — che voi siete un uomo adorabile, e che vorrei rimanere eternamente a Vincennes per aver il piacere di passar la mia vita con voi.
— Monsignore, — rispose La Ramée, — credo che il cardinale non si farà pregare per esaudire i vostri desideri.
— Come! l'avete voi veduto da poco tempo? jgjfe
— Mi mandò a cercare questa mattina.
— Davvero! per parlarvi di me?
— E di chi volete che mi parli?.. Davvero, monsignore, siete il suo incubo.
Il duca sorrise amaramente.
—• Ah, — diss'egli, — se voi accettaste le mie offerte, La Ramée !
— Suvvia, monsignore, non parliamone più; mi accorgo che non siete ragionevole.