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Anche La Ramée rise molto di cuore, senza troppo sapere di cosa rideva, e le guardie fecero eco.
Solo Grimaud non rise.
Si avvicinò a La Ramée, e, mostrandogli il gambero che girava appeso al filo gli disse:
— Cardinale!
— Impiccato da Sua Altezza il duca di Beaufort, — riprese il principe ridendo più forte che mai ; — e da mastro Giacomo Grisostomo La Ramée, bargello del re.
La Ramée lanciò un grido di terrore e si precipitò verso il catafalco, che strappò da terra, che fece subito a pezzi, e ne gettò i frantumi dalla finestra. Stava per fare altrettanto del gambero, tanto aveva perso la ragione, quando Grimaud glielo prese di mano.
— È buono a mangiarsi, — disse; — e lo mise in tasca.
Questa volta il duca aveva preso tanto piacere a quella
scena, che quasi perdonò a Grimaud la parte che aveva rappresentato. Ma siccome, nel corso della giornata, riflettè sull'intenzione che aveva avuto il suo guardiano, e che in fondo quell'intenzione gli parve malvagia, sentì che il suo odio per lui aumentava in modo sensibile.
Ma la storia del gambero ebbe nondimeno, con grande dispiacere di La Ramée, un'immensa eco nell'interno del torrione come purè al di fuori. Il signor di Chavigny, che in cuor suo detestava il cardinale, ebbe cura di contare l'aneddoto a due o tre amici bene intenzionati, che lo divulgarono nell'istante medesimo.
Ciò fece passare due o tre belle giornate al signor di Beaufort.
Tuttavia il duca aveva notato fra le sue guardie un uomo di buon aspetto, e cercava di ingraziarselo, tanto più che Grimaud gli diveltava sempre più antipatico. Ora, un mattino, che aveva preso quell'uomo a parte e che era riuscito a parlargli per qualche tempo in segreto, Grimaud entrò, guardò quanto accadeva, poi avvicinandosi rispettosamente alla guardia del principe, la prese per un braccio.
— Che cosa volete? — domandò brutalmente il duca.
Grimaud condusse la guardia lontano quattro passi e
le mostrò la porta.
— Andate, — diss'egli.
La guardia ubbidì.
— Oh ! ma voi siete insopportabile, — gridò il principe — saprò bene punirvi.
Grimaud salutò rispettosamente.