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JACK LONDON
imamente, benché la laguna rimanesse liscia come una lastra di vetro. Non c'era segno di vita dove la vasta CclSci di Parlay si innalzava sulla sabbia. Battello, tettoie, tutto deserto.
— Per conto mio io leverei le ancore e me ne andrei, — disse Grief.
— Lo farei ovunque se fossimo in alto mare. Ma quelle catene di atolli a nord e est ci hanno imbottigliati. Ce la caviamo forse meglio stando qui. Che ne dite, capitano Warfield ?
— Sono d'accordo con voi, benché una laguna non sia uno stagno, da potervisi spostar sopra a volontà. Chi sa dove comincerà questo ballo. Ecco, ecco, che una tettoia di Parlay se ne va.
Poterono vedere la tettoia dal tetto d'erba sollevarsi e precipitare, mentre un monte di schiuma precipitava giù nella laguna.
— Frantumata! — esclamò Mulhall. — Non si comincia male. Ecco che arriva un nuovo colpo!
I rottami e frantami della tettoia furono scagliati in alto e lanciati sulla cresta di sabbia. Una terza onda sopraggiunse a innondare la devastazione, ritirandosi poi subito.
— Se almeno cominciasse a soffiare, si