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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   la testa verso destra. Si vede che fatica a tenersi in equilibrio.
   — Anche voi qui a competere? — disse il vecchio come saluto a Grief.
   — Dovete esser persuaso che c'è una bella scelta per venire in un giorno come questo.
   — Valgono difatti la pena, — disse Grief con un cortese sorriso, e rivolgendo gli sguardi sulla tavola coperta dalla mostra.
   — Altri hanno già fatto quel viaggio per esse, — disse il vecchio.
   — Guardate questa! — accennò ad una perla grande, perfetta, della grossezza di una piccola nocciuola, che stava a parte su un pezzo di pelle di camoscio. — Mi offrirono sessantamila franchi a Tahiti. Mi offriranno altrettanto e di più domani, se non saranno già sparite. Bene, quella perla fu trovata da mio cugino, cugino diventato, un nativo di qui, che era un ladro; me la rubò, e suo cugino, che a sua volta era anche mio, qui siamo tutti un po' imparentati, lo uccise per averla lui e fuggì in una navicella a Noo-Nau. Io lo inseguii, ma il capo eli Noo-Nau l'aveva già ucciso prima che arrivassi io. Eh, tanti morti sono rappresentati su quella tavola! Gradite una bibita, capitano! La vo-