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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   Alla stessa velocità di dieci nodi all'ora la « Malahini » uscì in pieno mare colla
   marea.
   — Fra mezz'ora allenterà, e allora potremo entrare, — disse il capitano. — Chiamano Parlay quest'isola, mentre non c'è ragione. Sulle carte si trova col nome di Hiki-hoho. La scoprì Bougainville e la chiamò così come la chiamano i nativi.
   Il nome non importa, — disse il capo-ciurma. — Ciò che importa è che è là, sotto i nostri occhi, e là c'è anche il vecchio Parlay colle sue perle.
   — Chi ha visto le perle? — domandò Herman guardando ora l'uno, ora l'altro.
   — Lo si sa bene, — rispose il capo-ciur-ma, che si rivolse al pilota aggiungendo: — Mio fratello fece il palombaro per Parlay per tre o quattro mesi. Hikihoho è un buon posto per perle.
   — E si dice che Parlay ne avesse un cappello pieno per Armando quando egli partì per Tahiti, — continuò egli. — Questo fu quindici anni fa, ma da allora ha sempre continuato a radunarne, e a radunare anche conchiglie: ne ha raccolto centinaia di tonnellate. Dicono che ne abbia vuotato la laguna. E forse è la ragione per la quale ha annunciato la vendita all'incanto.