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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   lava già la fronte e la caccia al fresco era già istintiva e accanita.
   — Non c'è mai un caldo simile mentre spira la brezza, — si sentiva dire da ogni parte.
   — E che cosa accade laggiù all'orizzonte, vorrei un po' sapere? — disse Grief, osservando quel tempo strano.
   — Non durerà, — disse Herman, il nostromo olandese. — Abbiamo avuto ben poco vento; qualche minuto qui, qualche minuto là.
   — C'è proprio qualche cosa in aria, brontolò il capitano Warfìeld, lisciandosi la barba folta e volgendo la fronte alla brezza in cerca di ristoro.
   — E' un tempo pazzo da quindici giorni. I veri venti alisei non li abbiamo avuti da tre settimane. Si vedono curiose contraddizioni. Il barometro saltava ieri sera, e salta anche in questo momento, benché i conoscitori del tempo dicano che non significa nulla. Per conto mio non lo vedo volentieri saltare; giuro che ci soffro. Mi viene in mente che saltava così quando perdemmo il « Lan-caster ». Ero mozzo allora, non me ne sono dimenticato. Un bastimento nuovo fiammante, in acciaio a quattro alberi, al primo