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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Ufo FIGLIO DEL SOLE
   253
   Vedete di vendere il più possibile, dando via per carta moneta. Mi assumo io le perdite. Se non sbaglio i miei conti, fra tre giorni dobbiamo avere un consiglio nazionale oppure una rivoluzione. Voi, Geremia, mandate messaggeri in giro per l'isola, a pescatori, agricoltori, e perfino pecorai. Fate dire che si radunino al palazzo fra tre giorni.
   — Ma i soldati? — obbiettò Geremia.
   — Me ne incarico io. Da due mesi a questa parte non sono stati pagati. Inoltre Uiliami è fratello della regina, colla quale io un po' me la intendo. Non mettete in vendita troppa merce alla volta, e appena i soldati si presenteranno con carta monetata sospendete la vendita.
   — Allora essi bruceranno i magazzini, — disse Geremia.
   — Lasciate pure che facciano. Il re pagherà per quello che essi distruggeranno.
   — Mi pagherà la mia camicia? — domandò Smee.
   — Questa è una faccenda personale fra voi e Tulifau, — rispose Grief.
   — Me l'ha già quasi spaccata completamente, — gemette il capociurma. — L'ho vista così quando non l'aveva indosso che da dieci minuti. Mi è costata trenta scellini, o non l'ho portata che una volta.