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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ÙN FIGLIO DEL SOLE 247
   — Mi pare che allunghiate troppo le unghie, Cornelius, — borbottò Grief. — Questa è vera pirateria. Avete sequestrato il mio bastimento senza prima preavvisarmi e darmi possibilità di salvezza.
   — Che preavviso volete? Non sono ancora cinque minuti che avete rifiutato di pagare le multe.
   — Ma, il bastimento era già sequestrato.
   — Ben inteso, e perchè no? Non sapevo io forse che avreste rifiutato? E' un procedere lealissimo: non si può parlare di ingiustizia. Giustizia è la stella al cui lucente altare Cornelius Deasy, o Fulualea, che è lo stesso, fa atto di adorazione. Vattene, commerciante, altrimenti ti farò arrestare dalle guardie del palazzo. Uiliami, ha un brutto carattere costui. Chiamate le guardie.
   Uiliami soffiò nel fischietto che pendeva sul suo vasto petto. Grief fece cenno di volersi scagliare su Cornelius, tanto che quest'ultimo si rifugiò dietro la' colossale figura di Uiliami. Una dozzina eli aitanti polinesiani percorse rapidamente il viale reale e si allineò dietro il comandante.
   — Vattene, commerciante, — ordinò Cornelius. — Il colloquio è terminato. Domani esamineremo i vostri diversi casi. Sia-