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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON '
   — Cornelius, voi siete ubriaco. I vecchi tempi pirateschi nel Mare del Sud sono tramontati ed è impossibile che voi mi giuo-chiate dei così brutti tiri.
   — Se credete di poter tornare a bordo vi risparmio il disturbo, signor Grief. Io conosco i tipi del vostro genere e ho preveduto la vostra caparbietà. Così è accaduto difatti: troverete la vostra ciurma sulla spiaggia, perchè il bastimento è stato sequestrato.
   Grief lo guardò fìsso colla convinzione o per lo meno con la speranza che scherzasse. Fulualea si ritrasse allarmato. Il profilo di un uomo aitante si delineò dietro a lui nell'oscurità.
   — Siete voi, Uiliami? — disse Futualea. — Ecco qui uno dei pirati. Assistetemi colla forza del vostro braccio, o erculeo fratello!
   — Vi saluto, Uiliami, — disse Grief. — Da quanto tempo l'isola di Fitu-Iva è dominata da un brigante di Levuka? Egli dice che la mia goletta è stata confiscata. E' vero?
   — E' vero, — rispose Uiliami, col suo gran vocione. — Non avete più camicie di seta del genere di quella di Willie Smee? Tulifau vorrebbe averne; ne ha sentito parlare.
   — Non c'è che da sequestrare; camicie o golette fa lo stesso; il re deve avere ciò che vuole.