t'N FIGLIO ftEL SOLE
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grave. Non è giusto che i nostri buoni marinai siano minacciati nella vita per il solo risparmio di pochi soldi di olio. Dunque, vi ho domandato: avete del gin? E' il comandante del porto che vi fa questa domanda.
— Vi siete assunto molti gravi compiti, — osservò scherzosamente Grief.
— E' il compito di un bianco che ha a cuore il benessere di questa gente. Queste birbe di commercianti mettono tutto a carico del povero Tulifau, il monarca di più buon cuore che abbia occupato un trono nel Mare del Sud e succhiato grog di radici da una zucca imperiale. Sono io, Cornelius, anzi, siamo noi, Fulualea, che siamo qui ad amministrare la giustizia. Per quanto me ne dispiaccia, come comandante del porto non faccio che il mio dovere trovandovi reo di infrazione di quarantena.
— Che quarantena c'è?
— E' una norma emanata da me comandante del porto. Nessuna comunanza colle rive prima che la quarantena sia decorsa. Che sciagura per questa povera gente fiduciosa se a bordo vi fosse la tosse canina o il vaiolo nero ! Chi, se non io, protegge i gentili polinesiani? Io, Fulualea, «Penne di sole », in ispirata missione.